Da Fibra a Moro la colonna sonora di piazza Loggia
Faccia da maledetto, polsi ingioiellati, sbeffeggiamenti al cianuro in rima baciata e bestemmie sottintese, l’unico maschio in circolazione che a 42 anni (portati con patto diabolico) resiste come semi-dio del rap senza sembrare ridicolo è il primo nome spiattellato ai cronisti: da Senigallia con furore e sprazzi di livore, anche verso sua mamma, il 9 luglio Fabri Fibra manderà in sold-out piazza Loggia con il suo Le vacanze tour.
Tra sussurri alla nouvelle vague, rock allo stato brado e cantautorato, il cartellone del Brescia summer music, la rassegna griffata Cipiesse, è zeppo di nomi di culto: quattro date, tutte a luglio, per la colonna sonora di quest’estate in città.
Stralunato, snob in modo irresistibile, sembra sempre in bilico, a rischio di sprofondare nella banalità, ma all’ultimo istante trasforma tutto in qualcosa di tremendamente raffinato anche con una sola parola messa nel posto giu- sto: dopo aver esaurito ogni possibilità sinfonica negli ultimi album, Francesco Bianconi ha insospettabilmente convertito i Baustelle al pop. Il gruppo manderà in delirio (ormonale) il suo seguito di erinni il 13 luglio: la scaletta del concerto in piazza Loggia sarà piena dei brani del nuovo disco, L’amore e la violenza vol.2, il cui singolo Veronica n. 2 ha già sbriciolato ogni record di passaggi in radio. Ma oltre ai pezzi che hanno già fatto impazzire i club in cui i Baustelle si sono esibiti negli scorsi mesi, ci saranno anche i classiconi eterni del loro repertorio. Stesso posto, piazza Loggia, altra data, il 14 luglio, Fabrizio Moro snocciolerà sul palco Parole rumori anni,i brani della sua ultima fatica: smontata la scenografia con scale assassine dell’Ariston e spazzati via gli ultimi petali dal palco più floreale d’Italia dopo la vittoria del festival in coppia con il dioscuro Ermal Meta (Non mi avete fatto niente è la loro canzone certificata dico d’oro in due settimane), il cantautore ha inserito Brescia tra le tappe del suo tour, che lo porterà anche allo stadio Olimpico di Roma.
Hanno tentato di scacciare i propri demoni on the road, in un viaggio mistico che li ha trascinati in un’oasi creativa nel deserto di Joshua Tree, California: il risultato è tutto in Desert Yacht Club, e i Negrita lo faranno sentire il 18 luglio. «Da qualche anno eravamo una band sull’orlo del baratro, alla frutta. Per tante questioni non solo musicali, ma anche umane e personali. Cominciavamo a vedere lo striscione dell’arrivo» ha detto Pau al
Corriere nei mesi scorsi. Si sono fatti ognuno gli affari suoi, ma poi hanno deciso di affrontare quelle paranoie che logorano gli equilibri mettendosi in viaggio su un furgone e suonando nei club di Londra, Tokyo, New York, Chicago, Boston, Miami e Los Angeles e registrando il disco della resurrezione sul tavolo della cucina dell’oasi di Yucca Valley, alcova creativa senza lussi realizzata dall’artista Alessandro Giuliano. Scrittura anarchica, vigori roots e tocchi country, funky e reggae: è un album vissuto, in cui la rabbia primordiale viene domata dalla maturità e da una consapevolezza da vecchi (ma non stantii) sacerdoti del rock animalesco.
Tutti i concerti inizieranno alle 21.30 e saranno confermati anche in caso di pioggia o apocalisse. Le vendite dei biglietti (dai 25 ai 30 euro prevendite escluse) sono già aperte nei circuiti Vivaticket e Ticketone. Per informazioni basta digitare l’indirizzo cipiesse-bs.it.