Muore trafitto dal guard-rail
Nicola Arisi è morto trafitto dal guard-rail che ha infranto il vetro dell’auto: si indaga sulla tenuta della barriera.
Il guard rail urato nella sua estremità che si trasforma in un ariete mortale. L’altra notte Nicola Arisi, 23enne della provincia di Cremona, è morto trafitto dal manufatto che nello schianto ha infranto il parabrezza della sua auto e lo ha colpito senza lasciargli scampo.
Sequenze e coincidenze fatali di un incidente terribile che ha infranto la tranquillità della notte nella piccola frazione di Chiesuola di Pontevico, non lontano dall’uscita del casello autostradale della A21. Il giovane era diretto a casa, a Robecco d’Oglio, che da lì dista solo pochi chilometri. Pochi minuti di viaggio. Ma a casa Nicola Arisi non è mai arrivato. La sua vita si è interrotta all’altezza di una curva sulla provinciale 64.
Mancava una manciata di minuti a mezzanotte. L’asfalto era umido per la pioggia caduta abbondante nelle ultime ore. Il suv Volvo di Nicola Arisi ha improvvisamente urtato il guard rail, esattamente nella parte iniziale del manufatto che si è divelto e sollevato per poi ricadere sull’auto, mandando in frantumi il parabrezza e colpendo il giovane, rimasto ucciso all’istante. A dare l’allarme sono stati alcuni passanti che si sono ritrovati sotto gli occhi l’auto di traverso sulla carreggiata, con il muso ridotto ad un ammasso di lamiere. Hanno chiesto aiuto. Ma tutto ormai era inutile. Quando Nicola Arisi è stato estratto dall’abitacolo della sua Volvo, i soccorritori non hanno potuto fare altro che constatare che non c’era più nulla da fare per il giovane automobilista, vittima di una serie di fatalità. Qualcuno, davanti alla Volvo trafitta, ha ipo- tizzato che se solo l’urto fosse avvenuto qualche centimetro più avanti, le conseguenze dell’incidente, forse, non sarebbero state così devastanti e il ragazzo sarebbe riuscito a salvarsi.
Lo accerterà la Polizia Stradale di Desenzano, intervenuta l’altra notte a Chiesuola, che ha informato della disgrazia la procura di Brescia che potrebbe aprire un fascicolo e disporre ulteriori verifiche sia sull’auto, già posta sotto sequestro, che sul manufatto, la cui tenuta era già stata esaminata durante i rilievi.
La possibilità di un malore o di un colpo di sonno e anche la velocità saranno tutti fattori da considerare nella ricostruzione della dinamica della disgrazia dell’altra notte che è costata la vita a chi, per lavoro, trascorreva le sue giornate al volante lungo le strade di mezza Italia. Nicola Arisi lavorava infatti per un’azienda di autotrasporti.