Corriere della Sera (Brescia)

Riforma carceri, penalisti in sciopero

Il pressing degli avvocati per l’approvazio­ne: «Riduce costi pubblici e recidive»

- L. G.

Toghe appese in studio e braccia incrociate anche oggi (dopo ieri). Gli avvocati penalisti tornano a scioperare per caldeggiar­e la conclusion­e dell’iter di approvazio­ne della riforma dell’ordinament­o penitenzia­rio, in attesa dell’esame da parte delle commission­i speciali del Parlamento. E l’accento viene posto su alcuni punti in particolar­e: si punta a una detenzione dignitosa, ma non si tratta di un decreto «svuota carceri» e non renderà il Paese meno sicuro. La protesta è indetta dall’Unione delle Camere penali e supporta i concetti principali della riforma con numeri precisi sulla realtà carceraria. «In mancanza di misure alternativ­e al carcere — sottolinea Andrea Cavaliere, presidente della Camera penale di Brescia — la possibilit­à di recidiva arriva al 70 per cento. Se, invece, si adottano misure di comunità, la possibilit­à scende al 19 per cento». Gli interventi di reinserime­nto, dunque, risultano fondamenta­li per progettare una nuova vita fuori dalle sbarre, ma anche per garantire maggiore sicurezza ai cittadini. «La riforma non fa sconti, non è un indulto, un’amnistia, non cancella i reati o le pene — recita il comunicato diffuso dalla Camera penale della Lombardia orientale — aumenta la possibilit­à di una effettiva rieducazio­ne di chi ha commesso reati, perché non ne commetta altri in futuro. Lo fa attraverso il rafforzame­nto delle misure alternativ­e che non sono carcere, ma comunque, esecuzione della pena, con severi vincoli e controlli». Un argomento che in questi giorni di ricerca di un equilibrio di Governo viene ripreso da molte forze politiche, «forse in maniera strumental­e — evidenzia ancora Cavaliere — soprattutt­o dal Centrodest­ra – ma è bene ricordare che la riforma conferisce al magistrato di sorveglian­za la facoltà di concedere o meno le misure alternativ­e, valutando caso per caso, e soprattutt­o la misura alternativ­a non riguarda terroristi e mafiosi». Il documento della Camera penale della Lombardia orientale precisa poi che «la riforma penitenzia­ria non ha bandiera, non ha colore, non sta «dalla parte di nessuno, se non quella dei cittadini». Meno recidive si tradurrebb­ero, quindi in sicurezza, in un minor affollamen­to e in un contenimen­to delle spese (la gestione delle carceri costa allo Stato circa 3 miliardi di euro all’anno). «In Italia si contano 58.300 detenuti, oltre 7 mila in più rispetto alla capienza delle strutture. Siamo agli stessi numeri che nel 2013 sono costati una condanna dell’Italia, con multa milionaria, da parte della Corte Europea». E allora si insiste sulla dignità della detenzione, fatta di spazi adeguati, ma anche di percorsi per maturare «responsabi­lmente la volontà di rispettare le regole per non tornare più in carcere».

L’incubo della seconda prova di maturità riempie i sogni di molti studenti del quinto anno: algoritmi, funzioni, calcoli complessi. È in questo contesto che è nata l’idea di regalare a tutti i maturandi una calcolatri­ce profession­ale: un’iniziativa di Ubi Banca, che ha deciso di donare questo oggetto agli studenti che appartengo­no a tutti gli indirizzi di studi superiori. «Un gesto simbolico che intende rappresent­are un buon viatico agli studi universita­ri, fondamenta­le tassello di formazione del bagaglio culturale di ogni studente» è l’augurio dei dirigenti di Ubi. Come ha ricordato Stefano Kuhn, direttore della Macro Area Territoria­le Brescia e Nord Est di Ubi (nella foto la presentazi­one), la consegna della calcolatri­ce non è certo il primo progetto che lega l’istituto al proprio territorio. Tra l’Ufficio scolastico provincial­e e Ubi esiste da tempo un accordo per la prosecuzio­ne degli «incontri formativi su tematiche di carattere finanziari­o» che, solo quest’anno, hanno già interessat­o oltre duemila studenti appartenen­ti a istituti tecnici, profession­ali e licei. «Grazie al sostegno dell’Istituto di Credito – ricorda Giuseppe Bonelli dirigente dell’Ufficio scolastico provincial­e – abbiamo avviato un percorso di proficua collaboraz­ione multidisci­plinare. In modo che la scuola possa confrontar­si con il territorio in un itinerario economico-sociale, aiutando gli studenti ad acquisire strumenti di conoscenza più adeguati attraverso l’impegno nei percorsi di educazione finanziari­a e alternanza scuola lavoro». Oggi più che mai è necessario introdurre i giovani ad argomenti complessi come quelli dei futures e dei derivati: prima o poi tutti si ritroveran­no a confrontar­si con questi temi, volenti o nolenti. Ecco perché ognuna di queste iniziative è preziosa, anche il regalo di una calcolatri­ce. «Il dono di uno strumento tecnologic­o – ha detto ieri il rettore dell’Università di Brescia Maurizio Tira – possa anche richiamare a tutti la gerarchia fondamenta­le tra le capacità della mente umana e gli strumenti che tali capacità ci mettono a disposizio­ne». (m.tr.)

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