Corriere della Sera (Brescia)

Aspettando una maglia rosa per Brescia

- Di Luca Bertelli

Torna un arrivo di tappa in provincia, a Iseo il prossimo 23 maggio, come ormai da tradizione a metà dell’ultima settimana del Giro. Ma Brescia perde due corridori rispetto all’ultima edizione (consideran­do anche Nicola Ruffoni, fermato per doping la sera prima della partenza e squalifica­to poi per 4 anni) e tre nel parallelo con il 2016. L’anno scorso la Leonessa era la capitale d’Italia per iscritti, stavolta resta sul podio ma è terza, scavalcata da Treviso (primatista con 5 ciclisti) e Verona (4 partenti), raggiunta da Bergamo e da Forl-Cesena. La nostra provincia resta un polmone imprescind­ibile del movimento, lo conferma la scelta di Darfo Boario per i campionati italiani della prossima estate. Resta, tuttavia, il dato che certifica un passo indietro a livello numerico proprio nella stagione che al Tour de France potrebbe segnare la consacrazi­one di Sonny Colbrelli – il capofila tra i bresciani – e ha già visto l’esordio tra i profession­isti di Michele Gazzoli, assente al Giro, talento eclettico abile anche su pista dove inseguirà una maglia azzurra per Tokyo 2020. Kuba Mareczko è l’uomo giusto per provare a sparigliar­e le carte in volata. Un anno fa riuscì ad essere due volte secondo: il tabù vittoria però resta, Roberto Ferrari – terzo nella classifica a punti nel 2014 - è l’ultimo bresciano capace di andare a bersaglio in una tappa. Accadde nel 2012, troppo tempo è passato. L’ultimo podio nella classifica generale risale al 1996, quando Enrico Zaina fu il migliore azzurro alle spalle di Tonkov. L’uomo da maglia rosa manca e chissà quando tornerà. Un acuto serve invece subito, già quest’anno.

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