Danza oltre i confini: i detenuti sul palco
La danza come progetto pedagogico di inclusione e coesione sociale. Proprio perché la danza è un collante universale, un’arte non verbale ma corporea, che favorisce il lavoro di gruppo e lo stare insieme. È questa in sintesi la filosofia, o meglio la risorsa etica che ispira la settima edizione del Progetto Verziano, uno dei distintivi civili della nostra città che mira alla integrazione tra realtà carceraria e cittadinanza. L’iniziativa, che coinvolge detenuti e liberi cittadini, è realizzata dalla compagnia Lyria in collaborazione con il ministero di Giustizia — Casa di reclusione di Verziano, una delle eccellenze del sistema penitenziari o italiano grazie alle sue opzioni rieducative, e sostenuta da un folto partneriato (Comune di Brescia, Ordine degli avvocati, fondazione Banca San Paolo, Istituto di formazione Feldenkrais, Ctb, Collettivo Extraordinario, libreria Punto Einaudi, associazione Libertà @ Progresso). Il Progetto, iniziato lo scorso ottobre con un laboratorio esperienziale permanente, si conclude ora con tre eventi. Sabato 12 maggio nel foyer del Teatro Sociale, ingresso libero, la convention «Sette anni dentro», che prevede le testimonianze di detenuti e non che hanno preso parte alle varie edizioni, le letture di Beatrice Faedi e Antonio Palazzo, le performance di Giulia Gussago, trainer instancabile del Progetto, che si muove sulle note di Ferdinando Siani. Nell’occasione viene inaugurata una mostra di Daniele Gussago. Il 14 maggio, sempre nel foyer del Sociale, ore 18.30, viene presentato il libro Lo sguardo in movimento di Mara della Pergola, fondatrice dell’Istituto di formazione Feldenkrais. Infine lunedì 18 giugno, nel carcere di Verziano, l’attesa performance Spazi aperti: questo il nome della festa che conclude il laboratorio cui hanno partecipato 47 persone. Ingresso libero previo accreditamento (da compilare dal 14 al 26 maggio sul sito compagnialyria.it).