Campane rumorose, i cittadini perdono la causa
Il tribunale di Monza condanna i residenti di Villasanta a pagare le spese processuali
MONZA La battaglia legale di Villasanta per il rintocco delle campane si è conclusa a favore della parrocchia e del Comune. Dopo tre anni di carte bollate, i due cittadini che si erano rivolti a un giudice per chiedere di ridurre i rintocchi del campanile di Sant’Anastasia si sono visti respingere la loro richiesta dal Tribunale di Monza. Ieri mattina l’amministrazione comunale brianzola ha fatto sapere che «la sentenza di primo grado, emessa dalla Sezione II Civile rigetta le domande avanzate dalla parte attrice nei confronti della parrocchia di Sant’Anastasia e nei confronti del Comune». Inoltre, il Tribunale ha condannato i due cittadini al pagamento delle spese processuali.
La querelle sui rintocchi del campanile di Sant’Anastasia, uno dei cinquanta campanili più alti d’Italia (77 metri), risale al 2015. Due residenti di via Monte Grappa, stanchi dei rintocchi che giudicavano troppo numerosi e costanti anche durante le ore notturne, domandarono una riduzione. Di fronte al diniego dell’ex parroco don Ferdinando Mazzoleni, provarono a chiedere al Comune, proprietario dell’orologio, di intraprendere un’opera di mediazione. Fallita anche questa strada, decisero di passare alle vie legali. L’esito della causa non è stato favorevole. Oltre a vedersi respinta ogni richiesta, dovranno pagare circa 4 mila euro di spese processuali. «Prendiamo atto di questa decisione e andiamo avanti», il commento del sindaco, Luca Ornago. Stessa lunghezza d’onda per il nuovo parroco, don Alessandro Chiesa, che però ha sottolineato come da quasi due anni le campane non suonano più di notte. Dal suo arrivo, nel luglio 2016, la parrocchia ha applicato il decreto Martini grazie al quale sono stati ridimensionati frequenza e orari dei rintocchi.