La Basilica delle Grazie torna splendente
Il restauro Il santuario mariano rinasce dopo due anni di lavori
Dopo un biennio di lavori ieri sono stati inaugurati i restauri di Santa Maria delle Grazie. L’ampio progetto di recupero è stato avviato all’indomani della beatificazione di Paolo VI. Tra le opere restaurate anche l’altare di San Girolamo, dove è custodita la reliquia di Paolo VI: la maglietta indossata durante l’attentato a Manila.
All’indomani della beatificazione di Paolo VI, il 19 ottobre 2014, la Diocesi di Brescia ha dato avvio a un ampio progetto di recupero, riqualificazione generale e valorizzazione del complesso monumentale di Santa Maria delle Grazie, come sentita «opera-segno» a seguito dell’attesa beatificazione del papa al quale Brescia — e più precisamente Concesio — diede i natali. Dopo un intenso biennio di lavori, avviati nel gennaio del 2016, ieri pomeriggio si è svolta l’inaugurazione dei restauri alla presenza del vescovo Pierantonio Tremolada e del sindaco Emilio Del Bono.
Il complesso religioso è tappa cruciale nell’itinerario della memoria: qui, il 30 maggio 1920, don Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI, celebrò la sua prima messa, ponendo il suo sacerdozio sotto la protezione della Vergine. A quella celebrazione eucaristica, nello stesso sacro luogo, ne seguirono 232, sia come sacerdote sia da Arcivescovo di Milano. Il Santuario, con l’intero complesso monumentale, rappresenta quindi il luogo eletto della spiritualità montiniana. «Sono subito rimasto colpito da questo luogo — ha detto il Vescovo —. La fede è capace di generare una bellezza che riconosciamo nelle varie forme d’arte». I lavori, avviati con il sostegno di fondazione Cariplo, Regione Lombardia e con la collaborazione di Cattolica Assicurazioni e fondazione Banca San Paolo — per l’ammontare di un milione di euro — sono stati coordinati e diretti dagli architetti Paola e Beniamino Dioni. In primis è stato riqualificato l’impianto elettrico, con la messa a norma del complesso e la rimozione di quegli elementi (cavi, fili, canaline, corpi illuminanti in disuso) accumulatisi a ridosso dell’apparato decorativo e degli edifici monumentali. In seconda battuta, l’interesse si è concentrato sul recupero del patrimonio artistico dei due edifici di culto del complesso monumentale: il cantiere ha preso avvio da quell’unicum della cultura bresciana, tra manierismo e badi rocco, che è la Basilica, «allo scopo di restituire leggibilità e splendore alle sue componenti. Si è scelto di procedere iniziando da un cantiere-pilota che funga da modello in previsione di un futuro lavoro globale — ha spiegato l’architetto Paola Dioni —. La scelta è caduta sull’altare di San Girolamo, dove è custodita la reliquia di Paolo VI: la maglietta indossata durante l’attentato a Manila». Terza tappa, il restauro del Santuario, un intervento completo che ha interessato tutte le parti dell’edificio sacro: arredi liturgici, pavimento, al tare, vet rate policrome e l’intera decorazione pittorica-architettonica in marmo e scagliola.
L’ultimo lotto di riqualificazione ha recuperato il chiostro ionico e la sala grande (su via Calatafimi), che fu il refettorio cinquecentesco, trasformato oggi in una sala polifunzionale di raffinata bellezza, definita «notevole» da monsignor Tremolada, alla luce di un intervento «compiuto nel rispetto della storia degli ambienti e, al contempo, teso all’attuale fruibilità». Analogamente colpito Del Bono, che sottolineando l’afflato spirituale di Brescia, ha ravvisato nel luogo di preghiere rinnovato e restituito alla città, una rara bellezza, speculare alla statura intellettuale e morale di Paolo VI.
Arte riaffiorata Un cantiere pilota ha restituito tracce manieriste e barocche nella basilica
L’aneddoto Qui, il 30 maggio 1920, don Montini, futuro Paolo VI, celebrò la sua prima messa