Tonali, primo giorno da maggiorenne
Compleanno del bambino prodigio delle rondinelle: «Sono tutto casa e Brescia»
Sandro Tonali, il bambino prodigio del Brescia è diventato maggiorenne. Ieri, dopo aver portato i pasticcini ai compagni di squadra, ha tenuto una conferenza stampa. È del 2000 e ha promesso il diploma al presidente Cellino, ma non ama troppo leggere e ai giornali e ai libri preferisce il pallone. «La mia vita — ha detto candidamente — è tutta casa e Brescia». Il suo modello sono Pirlo e Gattuso. E per lui pare che l’Inter fosse pronto a spendere 10 milioni.
Tra le tante cose che si possono fare a diciotto anni compiuti, ieri Sandro Tonali ha iniziato da una di quelle più fastidiose per un calciatore. Una conferenza stampa con i giornalisti, nel giorno del suo compleanno, dopo aver portato i pasticcini ai compagni nello spogliatoio, per raccontarsi anche a voce dopo aver già fatto capire molto della sua tempra e della sua classe sul campo da gioco.
Il bambino prodigio del Brescia colpisce perché è un mix singolare e per questo esplosivo, fuori dall’ordinario. È un ragazzo del 2000 molto simile ai suoi coetanei: ha promesso il diploma — studia scienze umane al «Petrarca» — in tempi brevi alla famiglia e al presidente Cellino, ma non ama troppo leggere e ai giornali (banditi da procuratore e società, il suo nome è sempre sulla cresta dell’onda) e ai libri preferisce il pallone.
Sembra però anche un figlio all’antica, mai pieno di sé, svelto a cambiare gioco per i compagni (Torregrossa è il suo padrino) così come a capire che la riconoscenza e gli affetti non sono accessori in questo mestiere.
«I miei genitori, per anni, mi hanno portato ogni giorno a Brescia partendo dalla nostra Sant’Angelo Lodigiano: 100 chilometri ad andare e 100 a tornare. Quando ho un po’ di tempo libero torno a casa – dice – lì ho tutto».
E il modello da calciatore? «Andrea Pirlo, però con la cattiveria di Gattuso: in camera avevo i loro poster». Originale anche qui. Perché diventa facile paragonarlo al Maestro, ma se si è imposto in questa stagione come il centrocampista del futuro lo deve al carattere e alla tigna con cui ha aggredito la Serie B per non esserne travolto: «Non ho un grande fisico, devo metterci tutto il resto. La visione di gioco e non solo mi aiutano». Non da oggi: «Sono sempre stato abituato a giocare con i ragazzi più grandi – spiega subito, per rompere il ghiaccio – è stato tutto veloce e facile, ho capito di poter stare a questo livello solo dopo due-tre partite del girone di ritorno». L’esordio avvenne molto prima, il 26 agosto scorso ad Avellino. Poi, un po’ per l’abbondanza numerica della rosa e un po’ per mettere a posto il contratto, fu congelato in Primavera da Massimo Cellino che nel frattempo lo ha blindato sino al giugno del 2020 ( con opzione per un prolungamento fino al 2022) e ha già rispedito al mittente le svariate offerte giunte dall’estero e dall’Italia, in primis dall’Inter — 10 milioni, secondo i rumours — che è stata la prima a seguirlo e non ha più dubbi sulle sue potenzialità. «Le voci sul mio conto fanno piacere, ora però penso solo a salvarmi», dice Tonali. E sembra una frase preparata, un po’ come a scuola prima delle interrogazioni. Ma fino a un certo punto. Quel che ha, se lo è preso passo dopo passo: nel mirino ha l’Empoli (sabato) e, guardando più in là, l’Europeo Under 19 dal 16 al 29 luglio in Finlandia dove conoscerà anche la ribalta internazionale con l’Italia, saltando la prima parte del ritiro con le rondinelle. Per uno così, varrà la pena aspettare.