Corriere della Sera (Brescia)

Muore a 3 anni soffocata da acino d’uva

La tragedia a Vimercate, vittima una bambina. Inutili tutti i tentativi di rianimare la piccola

- Federico Berni

MONZA Inutili gli sforzi dei medici, quelli di Vimercate prima, e i loro colleghi del Buzzi di Milano in seguito. Inutili le veglie di preghiera. La speranza è tramontata definitiva­mente lunedì sera quando i responsabi­li del reparto di rianimazio­ne pediatrica del Buzzi hanno dichiarato il decesso della piccola Maria, 3 anni, uccisa da un acino d’uva che, il giorno precedente, le aveva ostruito le vie respirator­ie, lasciandol­a troppo a lungo in arresto cardiaco.

Una decina di minuti, secondo quanto emerso sino ad ora, sarebbe il tempo in cui la piccola, figlia di un impiegato brianzolo e di una maestra d’asilo, è rimasta senza ossigeno, come avrebbe riferito il padre ai medici del pronto soccorso di Vimercate alle quattro e mezza circa di domenica pomeriggio. I carabinier­i stanno ricostruen­do l’accaduto, ma non paiono esserci responsabi­lità da parte di nessuno in questa vicenda, dove è la fatalità a prendere il sopravvent­o e a sferrare il colpo più duro. Quello che nessun genitore vorrebbe mai subire. La bimba si trovava a casa dei nonni, a Vimercate, con suo papà. Una giornata in famiglia. Spensierat­a, come tante altre. La tragedia ha preso forma probabilme­nte nell’unico, fatale, attimo di disattenzi­one dei parenti. Quando la piccola ha afferrato il chicco d’uva, e lo ha ingoiato intero. In questo modo, l’acino le ha praticamen­te chiuso la laringe. Dieci minuti dopo Maria era al pronto soccorso, portata dal padre. Qui, i medici si sono accorti immediatam­ente della gravità della situazione. Il boccone è stato rimosso dai rianimator­i attraverso una laringosco­pia. La bimba è stata successiva­mente intubata, ma il quadro clinico era già ampiamente compromess­o. Nel tentativo di recuperare una situazione disperata, è stato organizzat­o il trasporto al Buzzi, «l’ospedale dei bambini», dove la terapia intensiva rappresent­a uno dei reparti di eccellenza per la medicina pediatrica lombarda e non solo. Ma non c’è stato nulla da fare, fino all’epilogo di lunedì.

Maria lascia i genitori, che l’hanno vegliata fino alla fine, e un fratellino di qualche anno più grande. Padre e madre hanno dato l’autorizzaz­ione per l’espianto degli organi. Verranno sentiti probabilme­nte un’altra volta dai carabinier­i di Vimercate, dopo aver già reso una prima versione, devastati dal dolore. Del fatto verrà data comunicazi­one all’autorità giudiziari­a, ma pare più che altro, allo stato attuale, un atto dovuto. Grande partecipaz­ione al lutto,

La corsa in ospedale Fatale l’ostruzione delle vie respirator­ie Autorizzat­o dai genitori l’espianto di organi

in questi giorni, nell’ambiente profession­ale della madre, che lavora come maestra di scuola dell’infanzia presso un istituto cattolico di Monza. Per sostenere a distanza la bimba, lunedì pomeriggio, è stato organizzat­o anche un momento di preghiera nella chiesa delle suore Sacramenti­ne, sempre nel capoluogo brianzolo. Tutti hanno sperato fino all’ultimo. Le colleghe, le madri e i padri dei compagni della piccola Maria, che frequentav­a lo stesso asilo in cui insegnava la mamma.

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