Viaggio in Italia con Magnum
Una mostra celebra i 70 anni della prestigiosa agenzia fotografica a cavallo tra arte e reportage
Chi pensa al Museo Diocesano come a un museo strettamente sacro cade in un equivoco. La raccolta spazia tra paleocristiano e contemporaneo, fondi oro e paesaggi arcadici, sarcofagi romani e tesori d’artigianato artistico. Per non parlare delle mostre temporanee, che invitano tutti nella splendida sede dell’ex convento domenicano di Sant’Eustorgio. L’idea di un luogo in dialogo con la città e vicino a un pubblico eterogeneo si conferma oggi, con l’apertura della mostra «L’Italia di Magnum. Da Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin»: curata da Walter Guadagnini, direttore di Camera (Centro italiano per la Fotografia di Torino), e sostenuta da Rinascente, la rassegna porta all’interno del museo il linguaggio fotografico dei grandi maestri dell’obiettivo tra XX e XXI secolo. L’occasione è legata al 70° anniversario di fondazione dell’agenzia Magnum, nata a New York nel 1947 come punto d’incontro tra due anime importanti della fotografia del ‘ 900: quella artistica e quella di reportage.
Il percorso è organizzato per decenni, dagli anni Quaranta ai giorni nostri, e propone 150 scatti di 20 autori: minimo comun denominatore il tema dell’Italia vista attraverso il filtro dei loro sguardi «stranieri». «Alcuni maestri non potevano mancare, da Cartiernei Bresson a Robert Capa. Altri sono stati scelti perché interessati alla Penisola, che hanno visitato più volte raccontandola con piglio personale», spiega Guadagnino. Ma come varia la prospettiva di un occhio «esterno» al Paese rispetto a quella di un occhio «interno»? «Chi viene da fuori è più libero, perché non ha tempo di elaborare un pensiero sulla realtà locale. Anche se a volte corre il rischio dello stereotipo, è meno condizionato dall’idea di conoscere già le storie, più oggettivo». Poi, aggiunge il curatore, in un Paese che non si conosce si è più disposti allo stupore, si colgono dettagli che nell’abitudine sfuggono. Così Cartier-Bresson vede il quotidiano e le tradizioni dell’Italia prebellica, Capa disegna i drammatici effetti dei bombardamenti del ’43, Seymour trasmette l’idea di una rinascita del Bel Paese turisti alla Cappella Sistina, 1949, Erwitt racconta Roma negli anni 50 tra ironia e ammirazione. René Burri ci riporta invece al 1953, alla mostra di Picasso a Palazzo Reale, e alla presa di coscienza di un’arte nuova nei volti sconcertati dei visitatori, mentre Erich Lessing immortala in posa i riti delle prime vacanze di massa. L’itinerario si dipana poi tra piccola cronaca e grande storia, tra i funerali di Togliatti di Barbey e la Sicilia di Scianna, il referendum sul divorzio di Freed e gli ospedali psichiatrici di Depardon, il turismo kitsch di Parr e i camorristi di Zachmann. Chiude idealmente il percorso Paolo Pellegrin, membro di Magnum dal 2005, con i funerali di Giovanni Paolo II letti attraverso gli intensi ritratti dei fedeli in piazza San Pietro.