Civile, la nuova frontiera della ricerca
Inaugurati gli spazi dei laboratori per gli Studi clinici. I risultati sul primo paziente
Il progetto vale 1,64 milioni di euro. E gli obiettivi sono ambiziosi, primo tra tutti: «La guarigione dei pazienti». Uno sta già toccando con mano i benefici della sperimentazione che vede il Civile la nuova frontiera della ricerca medica per chi non ha la possibilità di confidare nelle terapie tradizionali. Inaugurati i laboratori per gli Studi clinici (così detti di Fase uno), in modo da garantire ai pazienti l’accesso a queste cure innovative: oltre trecento quelli in corso nell’ospedale.
Quando non ci sono più possibilità terapeutiche e le cure palliative restano l’unica alternativa, anche la medicina deve arrendersi. Capita però, in rari casi, che si possa aprire un’opportunità: somministrando al paziente farmaci e terapie innovative. Succede con gli «Studi clinici di Fase uno», realizzati dai ricercatori dell’Università di Brescia in collaborazione con i medici dell’ospedale Civile. Un progetto ambizioso, diventato realtà grazie al contributo di Fondazione Cariplo (732 mila euro) e di Ail, l’Associazione italiana contro le Leucemie (250 mila euro). Somme, insieme ai fondi propri messi dall’Asst Spedali Civili, che hanno finanziato il progetto da 1,64 milioni che comprende, tra le altre cose, anche l’ampliamento dei laboratori e degli studi (inaugurati ieri) che si trovano a fianco del Crea, il Centro di ricerca donato al Civile, nel 2013, da Ail Brescia.
Due anni dopo, invece, gli Spedali Civili hanno iniziato a lavorare alla realizzazione di un’Unità dedicata a studi clinici di Fase uno, così da poter garantire l’accesso dei pazienti alle terapie innovative. E nell’ottobre dell’anno scorso — «nel pieno rispetto dei requisiti di accreditamento fissati dall’Aifa», sottolineano dall’Asst — il Civile ha potuto avviare la prima sperimentazione clinica di Fase uno. Ne ha beneficiato un paziente affetto da una neoplasia ematologica «recidivata-refrattaria», che ha ricevuto un trattamento innovativo con un anticorpo in grado di «veicolare l’attività citotossica dei linfociti T contro le cellule tumorali». La risposta clinica è stata «positiva» e il paziente è tuttora seguito in un regolare percorso di follow-up dal reparto di Ematologia.
La sfida della ricerca, negli studi clinici di Fase uno, è che le molecole da studiare sono sì efficaci, ma non si conosce in maniera precisa il loro grado di tossicità. Ecco perché non sono ancora in commercio. Però funzionano, come dimostra il caso del paziente seguito dall’Ematologia. «Tra gli obiettivi c’è anche quello di fornire una chance in più» ha sottolineato Giuseppe Rossi, primario di Ematologia e direttore del dipartimento di Oncologia clinica.
Al momento, poi, gli studi di questo tipo proseguono, coinvolgendo anche altri reparti: sono tre i «trial» di fase uno- A e sei i trial di fase uno-B. Non a caso, il titolo del progetto da 1,64 milioni (finanziato anche da Cariplo) è «Salute della persona», con un focus ben preciso sulle «terapie personalizzate».
Come ha sottolineato il direttore del Civile Ezio Belleri, «l’obiettivo è la guarigione» e gli studi clinici di Fase uno rispondono proprio a questo. Se invece si considerano tutti gli studi clinici (farmacologici e non, osservazionali), «sono più di 300 quelli in corso al Civile» ha ricordato Aldo Roccaro, ricercatore (per 12 anni ad Harvard) e oggi coordinatore degli Studi clinici di Fase uno per il Civile, fondamentali per i malati più sfortunati. Proprio l’interesse per la ricerca è ciò che «oggi guida la moderna filantropia» ha detto Giovanni Peli, spiegando perché Fondazione Cariplo abbia deciso di sostenere il progetto dell’Università di Brescia (capofila) e del Civile. Sottolineando che è giusto investire nella ricerca, anche se questo significa «spendere soldi pur non avendo risultati immediati».
L’Università di Brescia si è dotata di nuovi laboratori (tra cui ingegneria tessutale, bioinformatica e studio dei prototipi) e questo progetto dimostra la «vocazione per la ricerca dell’ospedale Civile, capace — ha detto il professor Domenico Russo — di distinguersi dalle altre strutture».
Ezio Belleri
L’obiettivo di questa sperimentazione è arrivare alla guarigione dei nostri pazienti
I finanziamenti Il progetto vale 1,64 milioni: 723 mila euro sono di Fondazione Cariplo, 250 mila di Ail