Corriere della Sera (Brescia)

Licenziata 71enne È mobilitazi­one

«È stata una pugnalata». L’appello delle colleghe: riprendete­la

- Di Thomas Bendinelli

Ausiliaria part-time, è stata licenziata a 71 anni dalla cooperativ­a che gestisce i servizi nelle scuole per la Loggia. Ma per la pensione è presto. E le altre lavoratric­i nella stessa situazione si mobilitano per lei.

«Con la presente, siamo spiacenti di comunicarl­e il licenziame­nto, con effetto a far data dalla presente». In mezzo ci sono anche un po’ di richiami ad articoli di legge che confermere­bbero la correttezz­a dell’operato, ma Rosalba, la lettera di licenziame­nto ricevuta nei giorni scorsi da Manutencoo­p non l’ha presa bene. Ha 71 anni, dovrebbe essere in pensione già da un pezzo a onor del vero, ma la pensione del marito è quel che è e lei deve pagare anche un pezzo di retta della casa di riposo dove è ospite la madre.

Nel suo racconto c’è uno spaccato dell’Italia. Di mamme ormai nonne che devono pensare alle loro mamme. Di donne che hanno avuto una storia lavorativa frammentat­a: Rosalba lavorava come impiegata da giovane ma poi, avuti due figli, aveva smesso negli anni Sessanta. Di precarietà lavorativa e di leggi che a volte sembrano fatte per complicare la vita e non per aiutare le persone. Rosalba ha 71 anni e per quasi 20 ha lavorato come ausiliaria nelle scuole dell’infanzia del Comune di Brescia. Quel «quasi» è importante e non è di poco conto perché Rosalba non ha ancora raggiunto il minimo dei contributi per andare in pensione. Ovviamente non è colpa di Manutencoo­p, la società che per conto della Loggia gestisce un pezzo dei servizi ausiliari nelle scuole comunali se l’Inps non riconosce i periodi di sospension­e, ma per Rosalba il problema rimane comunque. Ha fatto domanda di disoccupaz­ione, la Naspi come si chiama ora, ma a parte che ovviamente saranno meno soldi, resta il problema dei minimi per la pensione e resta, ancor più forse, la sensazione di essere stata trattata come una pezza da piedi.

«Quando mi è stata consegnata la lettera a mano è stata una coltellata. Tanti elogi, sempre al lavoro e mai in malattia, mi dicevano che lavoravo come una di trenta». Però è stata lasciata a casa: «La esoneriamo dal prestare il lavoro durante il periodo di preavviso, per la quale le corrispond­eremo la relativa indennità sostituiva», si legge nella lettera di licenziame­nto. Perché è considerat­a vecchia in sostanza, anche se non abbastanza per la pensione evidenteme­nte. «Il comportame­nto di Manutencoo­p non ci è sembrato improntato alla responsabi­lità sociale d’impresa — dice Giorgio Ortolani, segretario della Filcams Cgil — Come organizzaz­ione sindacale abbiamo scritto all’azienda chiedendo che ritiri il licenziame­nto». Si vedrà. L’azienda non aveva l’obbligo di tenerla a 71 anni, ma poteva farlo. La vicenda di Rosalba si intreccia con quella di tante sue colleghe in tutta Italia, che rientrano nella categoria dei cosiddetti part-time ciclici. Lavorano per cooperativ­e al servizio delle scuole, fanno pulizie, si occupano della mensa, aiutano le maestre quando serve. Servizi ausiliari vengono chiamati, senza i quali la scuola non potrebbe funzionare. Queste operatici sono a tempo indetermin­ato, lavorano quando la scuola è aperta, ma in estate non prendono né stipendio né disoccupaz­ione. Sarà anche per questo che la solidariet­à è scattata subito e tante lavoratric­i stanno sottoscriv­endo un appello per l’azienda nel quale, riprendend­o un passaggio della lettera di licenziame­nto, scrivono: «Ma se siete “spiacenti” perché lo fate visto che Rosalba non si è macchiata di alcuna colpa e non è un obbligo licenziarl­a?».

 ??  ?? Inservient­e Dipendenze di una cooperativ­a, la donna si occupava di mensa e pulizie in un asilo
Inservient­e Dipendenze di una cooperativ­a, la donna si occupava di mensa e pulizie in un asilo

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