Licenziata 71enne È mobilitazione
«È stata una pugnalata». L’appello delle colleghe: riprendetela
Ausiliaria part-time, è stata licenziata a 71 anni dalla cooperativa che gestisce i servizi nelle scuole per la Loggia. Ma per la pensione è presto. E le altre lavoratrici nella stessa situazione si mobilitano per lei.
«Con la presente, siamo spiacenti di comunicarle il licenziamento, con effetto a far data dalla presente». In mezzo ci sono anche un po’ di richiami ad articoli di legge che confermerebbero la correttezza dell’operato, ma Rosalba, la lettera di licenziamento ricevuta nei giorni scorsi da Manutencoop non l’ha presa bene. Ha 71 anni, dovrebbe essere in pensione già da un pezzo a onor del vero, ma la pensione del marito è quel che è e lei deve pagare anche un pezzo di retta della casa di riposo dove è ospite la madre.
Nel suo racconto c’è uno spaccato dell’Italia. Di mamme ormai nonne che devono pensare alle loro mamme. Di donne che hanno avuto una storia lavorativa frammentata: Rosalba lavorava come impiegata da giovane ma poi, avuti due figli, aveva smesso negli anni Sessanta. Di precarietà lavorativa e di leggi che a volte sembrano fatte per complicare la vita e non per aiutare le persone. Rosalba ha 71 anni e per quasi 20 ha lavorato come ausiliaria nelle scuole dell’infanzia del Comune di Brescia. Quel «quasi» è importante e non è di poco conto perché Rosalba non ha ancora raggiunto il minimo dei contributi per andare in pensione. Ovviamente non è colpa di Manutencoop, la società che per conto della Loggia gestisce un pezzo dei servizi ausiliari nelle scuole comunali se l’Inps non riconosce i periodi di sospensione, ma per Rosalba il problema rimane comunque. Ha fatto domanda di disoccupazione, la Naspi come si chiama ora, ma a parte che ovviamente saranno meno soldi, resta il problema dei minimi per la pensione e resta, ancor più forse, la sensazione di essere stata trattata come una pezza da piedi.
«Quando mi è stata consegnata la lettera a mano è stata una coltellata. Tanti elogi, sempre al lavoro e mai in malattia, mi dicevano che lavoravo come una di trenta». Però è stata lasciata a casa: «La esoneriamo dal prestare il lavoro durante il periodo di preavviso, per la quale le corrisponderemo la relativa indennità sostituiva», si legge nella lettera di licenziamento. Perché è considerata vecchia in sostanza, anche se non abbastanza per la pensione evidentemente. «Il comportamento di Manutencoop non ci è sembrato improntato alla responsabilità sociale d’impresa — dice Giorgio Ortolani, segretario della Filcams Cgil — Come organizzazione sindacale abbiamo scritto all’azienda chiedendo che ritiri il licenziamento». Si vedrà. L’azienda non aveva l’obbligo di tenerla a 71 anni, ma poteva farlo. La vicenda di Rosalba si intreccia con quella di tante sue colleghe in tutta Italia, che rientrano nella categoria dei cosiddetti part-time ciclici. Lavorano per cooperative al servizio delle scuole, fanno pulizie, si occupano della mensa, aiutano le maestre quando serve. Servizi ausiliari vengono chiamati, senza i quali la scuola non potrebbe funzionare. Queste operatici sono a tempo indeterminato, lavorano quando la scuola è aperta, ma in estate non prendono né stipendio né disoccupazione. Sarà anche per questo che la solidarietà è scattata subito e tante lavoratrici stanno sottoscrivendo un appello per l’azienda nel quale, riprendendo un passaggio della lettera di licenziamento, scrivono: «Ma se siete “spiacenti” perché lo fate visto che Rosalba non si è macchiata di alcuna colpa e non è un obbligo licenziarla?».