Gardesana, la via voluta da D’Annunzio
L’inaugurazione nel 1931. Nella realizzazione morirono dieci operai
Difficile che una strada ci affascini. Di solito fa arrabbiare per il traffico, le code, le soste. La Gardesana occidentale è la croce di chi si sposta ogni giorno. In compenso affascina Hans di Monaco, la Marianne parigina e Thea di Amsterdam. E da qualche anno anche Ivan il russo. Gli osanna per una delle più belle strade del mondo risuonano da Pasqua alla fine dell’estate. Dobbiamo stupirci ? È bella. E come ha detto Diogene « la bellezza è dono di Dio».
Un giorno o l’altro anche l’Unesco dovrà prender in considerazione la strada che da Salò a Riva di Trento offre un panorama ineguagliabile. Perciò cerchiamo di essere comprensivi se questa vecchia signora crea qualche problema.
Il collegamento fra Salò e Gargnano è stato completato entro il 1914. E allora chi poteva immaginare che saremmo diventati tutti automobilisti?
Anche il tratto Gargnano e Riva di Trento non è recente. Sono passati 90 anni (23 novembre 1928) dal sì alla richiesta di un finanziamento per il progetto presentato due anni prima. Tutto merito di Gabriele d’Annunzio, regista dell’operazione dal suo beato isolamento nel Vittoriale.
Paziente ha cominciato a far riflettere il duce fin dal 23 marzo 1925: «Tu sai che non v’è una salda e rapida via a collegare la liberata Venezia tridentina e la regione lombarda, la veneta, la padana, l’emiliana». Poi una osservazione: «Le vie fra Bolzano e Brescia, per la Val Camonica, per Val Giudicaria e Val di Ledro, sono troppo lunghe e faticose. Tutte superano i dugento chilometri mentre la distanza tra Brescia e Bolzano in linea d’aria è di 140 e nessuna favorisce l’attività crescente delle città ricongiunte alla madre patria».
Ed ecco la sua garanzia: « Ho esaminato con l’attenzione che mi conosci il disegno della nuovissima via studiata dagli ingegneri benacensi Riccardo e Italo Cozzaglio. È compiuta mente lodevole». Quindi scrive a Piero Puricelli ( impresa specializzata in grandi opere stradali) per interessarlo al progetto premettendo «io sono un viatore, e non soltanto un aviatore». Passando il tempo telegrafa a Giuriati ministro dei lavori pubblici: «Ti domando o Taumaturgo, la via del Meandro come si domanda la via della salute».
Deve arrivare il settembre 1928 perché i lavori pubblici approvino la costruzione del Meandro. «Come non rivolgere un grato pensiero al Comandate, primo protettore dell’opera grandiosa?» scrive Cozzaglio in lacrime. Il suo sogno sta per avverarsi. Il via ai lavori venne dato l’11 febbraio 1929. «Ho cercato di far coincidere la data d’inizio con quella della Beffa» fa osservare al protettore, ricordandogli i giorni di Buccari (19 11 febbraio 1918)
Fu un lavoro durissimo. Dieci persone persero la vita. «La via dev’essere tagliata, italianamente incisa e scolpita, quasi tutta quanta nella roccia viva» aveva previsto il Vate. Vero. Gli operai in molti punti dovettero calarsi dall’alto sugli strapiombi, legati con funi coke rocciatore. Tutto per piazzare cariche d’esplosivo a sgretolare la roccia. Opera titanica stando ai numeri: Quasi 28 km di percorso, duemila operai per alzare centomila metri cubi di muratura, traforare 700 mila metri cubi di roccia e scavare 77 gallerie, con tonnellate di esplosivo. Grazie alla fantasia del poeta hanno nomi suggestivi di costellazioni, muse, giganti, ninfe: Orione, Gorgoni, Titani, Tritone, Eolo, Aurora, Naiadi, Driadi Sirene, Coribanti, Fauni, Nani, Muse, Egeria. Domenica 18 ottobre 1931 l’inaugurazione ufficiale.
Solo il martedì successivo una visita discreta di d’Annunzio sulla potente Isotta Fraschini. Cronaca dei giornali: «Dopo essersi soffermato nei punti più pittoreschi, il Poeta Soldato ha attraversato Riva a passo d’uomo per poi allontanarsi velocemente sulla Gardesana orientale, diretto a Gardone».
Se oggi la strada è ovunque ingentilita da fiori e piante lo si deve a Giulio Gentilini, come ricorda una targa murata a Limone in località Reamol. Dice: «Sull’ardita Gardesana, da Riva a Salò, la rupestre cornice all’incanto del lago rallegra la naturale bellezza con flora mediterranea».