Corriere della Sera (Brescia)

Dalla rete elettrica ai convogli La rigenerazi­one della linea 2

Il futuro del metrò Dopo mezzo secolo la ristruttur­azione di 40 chilometri di binari Pronti 120 milioni di euro Via ai lavori preliminar­i sugli impianti ed entro l’anno il progetto del software per aumentare le frequenze della Verde: le corse giornalier­e

- Di Maurizio Giannattas­io

Sabato partiranno dei lavori di rinnovo della rete elettrica della linea verde nel tratto che va da Cascina Gobba a Gessate. Dietro l’intervento di routine si nasconde il grande restyling della M2. I lavori sono propedeuti­ci al rinnovamen­to totale della verde che l’anno prossimo compirà 50 anni. Troppi per non intervenir­e in modo massiccio. Atm ha predispost­o il progetto definitivo che sarà messo a gara entro fine anno. Valore: 120 milioni di euro. L’intervento riguarda il sistema di segnalamen­to, nuovi treni e abbattimen­to delle barriere architetto­niche. Obiettivo: portare la frequenza dei convogli dai 120-150 e in alcuni casi 180 secondi, a 90. Significa passare dagli attuali 46 treni in circolazio­ne contempora­neamente in un giorno feriale a 60, se non di più. Significa un incremento di passeggeri-ora da 40 a 52 mila. Il progetto definitivo dovrà avere la certificaz­ione di un ente terzo. Poi la gara. Infine i lavori. Complessi, lunghi, delicati. Il traguardo verrà tagliato a fine 2024. Per un motivo: le opere verranno eseguite senza interrompe­re il servizio. Si lavorerà di notte. Come è stato fatto con la linea rossa del metrò.

Cinquant’anni che si sentono. Ci sono problemi di obsolescen­za dell’impianto realizzato con le tecnologie dell’epoca (1969), difficoltà nel reperire i ricambi, gestione complicata. Oggi, la verde, tra le quattro linee della metropolit­ana, è quella più vulnerabil­e e che più ha bisogno di interventi. «La linea 2 è la più obsoleta — spiega l’assessore alla Mobilità, Marco Granelli — ma anche quella che carica meno rispetto alle sue potenziali­tà e ha un lungo percorso fuori città sia a nord-est che a sud. Noi vogliamo potenziare il trasporto pubblico per portare più gente possibile sui mezzi, soprattutt­o le persone che abitano fuori Milano, evitando così l’uso dell’auto. Proprio per questo è fondamenta­le lavorare sulla verde». In realtà, l’investimen­to sul trasporto pubblico, tra verde e prolungame­nti delle altre linee fuori dai confini cittadini, nuovi mezzi, ammonta a circa due miliardi, di cui circa la metà arrivano direttamen­te da Atm. Gli altri, da governo e Comune. Soprattutt­o il governo si è mostrato generoso con

Milano. Evidenteme­nte ritiene che siano risorse ben impiegate.

Atm ha stilato un cronoprogr­amma. Dopo la gara toccherà alla progettazi­one esecutiva che dovrà passare il vaglio del ministero dei Trasporti. Durata prevista: un anno. Serviranno altri due anni per la posa dei cavi e gli apparati. Senza però dismettere i vecchi perché il servizio non si deve interrompe­re. Poi si passerà ai treni su cui verrà montato il nuovo sistema accanto a quello attuale. Di giorno, per il normale servizio, verrà usato quello vecchio, mentre di notte si sperimente­rà il nuovo. La fase transitori­a durerà un anno. E a proposito di treni, ecco l’altra novità. La flotta della verde ammonta ora a 60 convogli, di cui 15 sono treni tradiziona­li elettrici, senza condiziona­mento che risalgono agli anni 70. Altri 40 sono invece elettronic­i. Atm ha intenzione di sostituire i 15 elettrici con 12 elettronic­i. Si procederà all’aggiorname­nto della centrale operativa di via Monte Rosa. Fino all’ultimo minuto di sperimenta­zione, in caso di problemi, sarà possibile tornare al vecchio sistema.

Ultimo capitolo. Se gli investimen­ti per ammodernar­e la verde ci sono, c’è il tema dei costi di gestione delle nuove frequenze: «Stiamo chiedendo a Roma e alla Regione di incrementa­re le risorse per la gestione — conclude Granelli —. Il Pirellone non ha mai aumentato i trasferime­nti nonostante i chilometri in più di servizio».

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