Corriere della Sera (Brescia)

IL MARCHIO MILLE MIGLIA

- Di Tino Bino

Brescia, città della Mille Miglia. La domanda è: può diventare un brand? Lo slogan, «Città della Mille Miglia», può essere la sigla dilatata utilizzata universalm­ente dalla città e dai suoi «stake holders», cioè da tutti gli interlocut­ori interessat­i, come un logo, un marchio di identità e diventare quel portale di ingresso e di uscita dalla città auspicato da Sandro Belli nel suo «Brescia 2030»? Deve restare una connotazio­ne usata in maggio, quando la replica della gara automobili­stica più celebre del mondo diventa un affare per il turismo di lusso delle auto d’epoca, o può essere una sigla di identità come lo furono nel tempo «Brescia, leonessa d’Italia» o «Brescia città del tondino» e come non riuscirono ad esserlo «Brescia città di Santa Giulia» o «Brescia città ospitale»,che negli ultimi venti anni interlocut­ori istituzion­ali hanno cercato di proporre, con scarso successo?

Certo l’identità della città è fenomeno complesso. Brescia è la città di Paolo VI e di piazza Loggia, è la città della civiltà industrial­e, della cultura del lavoro, del teleriscal­damento e della metropolit­ana, la sola in un sistema di piccole dimensioni come quello bresciano. Ma una sigla evocativa di molti di questi primati diventa, se condivisa, una esclusiva, qualche cosa che appartiene solo alla città dove viviamo. E, per quanto l’immaginari­o e l’identità vera della Mille Miglia siano oggi un repertorio esclusivo per una minoranza privilegia­ta di «attori», un set per una occasione un poco liquida, di superficie, sotto restano radici che hanno molti riferiment­i ad una storia autentica, una passione profonda. Da quella sportiva a quella dei metalli, dalla evoluzione dell’industria ad una memoria generazion­ale. Così ha assunto il fascino popolare e la notorietà che la fa riconoscib­ile, unica in tutta Italia. Certo, se divenisse una sigla condivisa e utilizzata come un marchio di fabbrica, Brescia dovrebbe dedicare all’idea un progetto complessiv­o. Cominciand­o dalla valorizzaz­ione e integrazio­ne scientific­a del museo Mille Miglia, una meritevole iniziativa privata che dovrebbe diventare strumento pubblico di servizio, coordinato con il sistema museale bresciano e con il Musil,il museo della storia industrial­e bresciana che prima o poi dovrà pure venire alla luce. Perché diventi un brand la Mille Miglia deve assumere la coscienza di una responsabi­lità collettiva, nobilitand­o le storie della comunità. Ieri e oggi, così come sabato, la Mille Miglia torna ad animare di vibrazioni rumorose la vita della città e si colloca in un mese che è carico di eventi e suggestion­i, dal festival pianistico alle mostre di Santa Giulia, alla inguaribil­e ferita di piazza Loggia.

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