Fanni racconta i progetti musicali in Oman
Presto un nuovo teatro affiancherà la Rohm. Spazio anche per i bresciani
Una stagione di stelle del firmamento musicale internazionale e un progetto ambizioso per il 50esimo compleanno dell’Oman. Grande impegno — e belle soddisfazioni — per il bresciano Umberto Fanni, da quasi quattro anni direttore artistico della Rohm — Royal Opera House di Muscat, capitale del ricco Sultanato. La stagione 2018 - 2019 del teatro inaugurato nel 2011 è stata presentata nei giorni scorsi. Sei opere in programma, tre delle quali coprodotte con importanti teatri di tutto il mondo, concerti, balletti, musica da camera e spettacoli per bambini: un cartellone da fare invidia alle più importanti istituzioni culturali d’occidente. Spiccano i nomi di Placido Domingo, Juan Diego Florez, Valery Gergiev, Vittorio Grigolo, ma anche Zucchero, Chuco Valdes e Sarah Jane Morris.
«Sono molto soddisfatto di questo mio impegno — dice Fanni — Non si tratta solo di programmare grandi stagioni musicali, ma c’è anche un lavoro quotidiano di training che svolgo con il nostro personale omanita. Abbiamo 227 impiegati qui alla Rohm, il 73% è omanita, un Paese giovane e dinamico, che ha una età media di 28 anni. Tutti coloro che lavorano qui sono giovani desiderosi di imparare questo mestiere: in pochi anni, saremo un vero e proprio teatro di produzione».
Com’è la risposta del pubblico alla programmazione della Rohm?
«In quasi quattro anni, da quando sono direttore artistico, la sala è passata dal 52 per cento di occupazione al 94 per cento dell’ultima stagione. Nel pubblico, ci sono persone provenienti da 82 nazioni diverse; abbiamo incrementata del 21 per cento il pubblico arabo che viene all’opera».
Ma non finisce qui: a breve accanto alla Rohm, ci sarà un nuovo teatro.
«Sarà inaugurato entro il 2020, anno in cui l’Oman festeggia il suo 50 compleanno. Sarà un teatro della comunità, con 560 posti, la buca per l’orchestra e costituirà un hub culturale importantissimo con la Rohm e con Opera galleria (il centro commerciale collegato all’Opera, ndr)».
Cosa succederà in questo nuovo complesso?
«Molto più di quanto facciamo oggi: ci saranno spazi per mostre temporanee legate al tema della stagione, un’esposizione permanente sulla musica del mondo, nonché una biblioteca musicale interattiva internazionale. Un ulteriore sviluppo del progetto è legato alla programmazione: in questa nuova sala faremo le opere del barocco e del primo classicismo mozartiano, musica da camera, musica araba. Produrremo tanti eventi per le famiglie e le scuole. Infine, investiremo di più sulla formazione in tre settori: il canto, lo studio degli strumenti e i mestieri dello spettacolo».
Ci sarà spazio per Brescia in questo nuovo contesto?
«Abbiamo progetti di collaborazione con il Festival Pianistico. Brescia è una città in cui mi trovo bene, con una dimensione vivibile. Ho imparato che il bresciano ha una scorza dura, ma quando entri in rapporto sincero e profondo, scopri un calore e una generosità inaspettate».
Umberto Fanni Qui hanno voglia di imparare, in pochi anni, saremo un vero e proprio teatro di produzione