Corriere della Sera (Brescia)

Piantoni: evento davvero per tutti

- Di Lilina Golia

Via le transenne. A delimitare il passaggio delle auto solo una fila di newjersey (bassa). «Avevamo il cruccio di permettere alla gente di violare un luogo sacro come i paddock, perché senza gente non c’è la Mille Miglia». Alberto Piantoni, ad di 1000 Miglia srl, guarda piazza Vittoria durante le punzonatur­a con soddisfazi­one. «L’85% degli equipaggi è straniera e saranno il nostro biglietto da visita nel mondo». Un biglietto da visita con il marchio, non solo della Freccia Rossa, ma anche della coesione sociale. «Un po’ come è accaduto con l’edizione storica partita nel ’27 — che ha contribuit­o a costruire strade, installare l’illuminazi­one e le pompe di benzina — e con la rievocazio­ne, voluta fortemente dal sindaco, Bruno Boni, nel ’77 — che ha fatto tornare la gente vicina alla corsa». La tradizione è il trampolino verso il futuro, «del resto la Mille Miglia è nata durante il futurismo e in questa chiave bisogna pensare al domani. I nostri progetti riguardano da vicino la mobilità sostenibil­e con una gara di regolarità con auto elettriche o ibride». Una Mille Miglia green già nero su bianco, pronta per debuttare, magari trovando partner tecnici che permettano di creare le infrastrut­ture mirate alla mobilità «verde». E l’appello non è nemmeno troppo velato. «Il completame­nto del nostro sogno potrebbe venire con la collaboraz­ione con A2A o Enel, oppure con entrambe», afferma Piantoni. La Freccia Rossa, come nei tempi passati, si pone come veicolo di sviluppo tecnologic­o, anche attraverso il format di travelling collection con partner tra Stati Uniti, Giappone, e middle East con cui organizzar­e competizio­ni con auto storiche, di altissimo livello, mai uscite prima dai musei automobili­stici, e supercar moderne. «Cito Mahler e dico che la tradizione non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco per questo vogliamo che la Mille Miglia diventi per Brescia e per l’Italia anche una piattaform­a per le aziende dell’artigianat­o, del gusto, della tecnologia e dell’industria. Questa la nostra sfida, come lo è la corsa per i piloti».

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