Corriere della Sera (Brescia)

Brescia calcio La notte della verità

Rondinelle non devono perdere per salvarsi e evitare i play out. Cellino partito con la squadra

- Di Luca Bertelli

Le rondinelle sono partite per Ascoli. Sul pullman, in trasferta, è salito anche il presidente Massimo Cellino. La partita di stasera è fondamenta­le: per la salvezza matematica bisogna vincere.

Non serve a niente pensare alle occasioni perse, ancor meno preconizza­re il peggio e pensare già ai play out. C’è una partita da giocare alle 20.30 e il destino del Brescia, in uno dei campionati più stravagant­i della sua storia ultracente­naria, dipende solo da se stesso negli ultimi 90 minuti.

È un vantaggio, innegabile, che fa da contraltar­e al peso psicologic­o di una serata diventata da brividi quando tutto lasciava presupporr­e che sarebbe stato un ultimo giorno di scuola spensierat­o. Si gioca ad Ascoli, contro una squadra in salute ma temuta più per le qualità di capopopolo del suo allenatore (Serse Cosmi) che per i modesti contenuti tecnici di un gruppo composto da tanti manovali e pochi ingegneri, traballant­e in difesa e anemico in attacco, il penultimo di tutta la B con 40 gol. Il Brescia tanto meglio non sta, ha segnato solo una rete in più e, a differenza di quanto potrebbe lasciare supporre il bonus del doppio risultato a disposizio­ne (con un pareggio, le rondinelle sono salve), le possibilit­à di uscire indenni dal Del Duca saranno proporzion­ali alla mole di gioco creata. L’Ascoli è una squadra generosa, per mandarla in tilt resta una sola arma: segnare e farlo per primi, se possibile. Pesante, a tal proposito, l’assenza di Torregross­a: segnalato in precarie condizioni già a inizio settimana, non è stato rischiato al pari di Furlan. La società ha blindato gli allenament­i allo stadio e ieri è saltata persino la conferenza di Ivo Pulga per «motivi organizzat­ivi». Un’altra forma di isolamento dall’esterno, mezzo giustifica­to a patto che venga raggiunto il fine. La salvezza. Subito, senza ulteriori rinvii, per meriti propri e non per colpe altrui. Oltre alla testa e ai nervi saldi, bagaglio imprescind­ibile in uno stadio, il Del Duca, esaurito da lunedì, conta anche la tattica. Qualche accorgimen­to è in serbo, ma alla 42esima partita bisogna ragionare come quando si devono tirare i rigori dopo 120 minuti: va in campo chi dà più garanzie, di ogni tipo. Gli uomini su cui il tecnico può fare affidament­o sono 19, in realtà la scelta è ristretta a 13-14. In difesa non dovrebbe cambiare granché, Curcio se la gioca con Longhi a sinistra; non si toccano Bisoli, Tonali, Ndoj e Caracciolo, restano così due maglie da assegnare con Martinelli e Spalek favoriti su Dall’Oglio e Okwonkwo, il dodicesimo uomo ideale. Un Brescia più muscolare e meno frivolo, più da 4-5-1 che da 4-3-3, l’idea pare questa. Il vestito si adatta all’occasione e oggi l’apparenza non conta nulla. C’è in gioco molto, quasi tutto, anche per la società.

Lo sa bene Massimo Cellino, partito in pullman ieri con la squadra. Meriti e colpe, a bocce ferme, saranno soprattutt­o del presidente.

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L’allenatore Ivo Pulga
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● Partita alle 20.30 al Del Duca di Ascoli
● Arbitra La Penna di Roma
● Saranno 6400 (esauriti i biglietti) i tifosi di casa, circa 300 i bresciani
● Pulga pensa a un modulo più accorto, con Spalek a supporto di Caracciolo e un...
In campo ● Partita alle 20.30 al Del Duca di Ascoli ● Arbitra La Penna di Roma ● Saranno 6400 (esauriti i biglietti) i tifosi di casa, circa 300 i bresciani ● Pulga pensa a un modulo più accorto, con Spalek a supporto di Caracciolo e un...

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