Domani Calvisano cerca il settebello Vaccari da la carica: sempre in vetta con i nostri giovani
La quinta finale consecutiva (la sesta nelle ultime sette edizioni) vorrà pur dire qualcosa. Il Rugby Calvisano, numeri alla mano, ogni anno riesce ad alzare l’asticella e a migliorare i suoi record. Non è una favola ma una splendida realtà che si è consolidata nel tempo grazie a una proprietà affidabile. Nella Bassa bresciana sono riusciti a sfatare anche il mito dei padri: due figli (Alessandro Vaccari e Marco Gavazzi), rispettivamente presidente e vicepresidente, non hanno fatto rimpiangere i loro genitori che pure hanno posto le basi per i successi di oggi. «Se noi siamo arrivati a questo punto – commenta Alessandro Vaccari –, dobbiamo fare un grande applauso a chi, penso a mio padre (Gianluigi, nda) e ad Alfredo Gavazzi (attuale numero uno in Federazione), ha saputo dare un’impronta importante. Noi avevamo il compito di consolidare il club e, se possibile, di migliorare i risultati. Ho avuto la fortuna di ereditare una società che è cresciuta nel tempo. Abbiamo sperimentato che si può fare sport ad alto livello anche in un piccolo paese». Se da giocatore non è riuscito a vincere titoli, da presidente ha già all’attivo due scudetti e una Coppa Italia. Domani a Padova vuole implementare il suo palmares nello stadio della prima della classe nella stagione regolare. Proprio lì al Plebiscito dove, nel 2005, il Calvisano conquistò il suo primo tricolore contro Treviso. «Sarebbe bello conquistare il settimo titolo. Siamo fiduciosi». I gialloneri partono leggermente sfavoriti ma, come hanno dimostrato in passato, sono in grado di ribaltare i pronostici. «Il Petrarca si è meritato di giocare davanti al proprio pubblico, ma le finali sono sempre una gara particolare che va approcciata nel modo giusto. Noi arriviamo da una semifinale molto tirata contro Rovigo, il nostro avversario storico, che, però, ci ha dato una grande iniezione di fiducia». Il Petrarca (12 allori nella sua storia gloriosa) non vince dal 2011, mentre i bresciani sono «abituati» a vincere e a reggere la tensione degli ultimi 80 minuti. «Sì, anche se non dobbiamo dimenticarci che restiamo una delle squadre più giovani del torneo. Il nostro obiettivo, infatti, è sempre quello di riuscire a farli crescere. La soddisfazione più grande è quella di vedere che molti atleti passati da noi oggi sono in pianta stabile in nazionale». L’elenco sarebbe lungo: Lovotti, Ghiraldini, Giammarioli, Mbandà, solo per citarne alcuni. «I giovani sono sempre più preparati. La programmazione delle Accademie funziona bene». Molto dipende anche dalla capacità di trovare un allenatore in grado di ottenere il massimo dai suoi uomini. Il Patarò ha scelto Massimo Brunello e non ha intenzione, come testimonia il rinnovo contrattuale, di lasciarlo scappare. «Ci troviamo benissimo – conferma –. Ha sposato in pieno la linea della società. Il concetto è molto semplice: se vuoi lavorare sui giovani, devi prendere un tecnico capace di lavorare con i giovani». Non resta che aspettare il verdetto del campo. C’è, comunque, un dato non di poco conto: la settimana della finale di Eccellenza non è stata preceduta dalle tensioni che avevano sempre accompagnato, invece, le ultime sfide contro i rodigini. Il fischio d’inizio, domani, è alle 17. Purtroppo non ci sarà copertura televisiva, e dovrà accontentarsi della diretta streaming su www.therugbychannel.it. «Da dirigente, ovviamente, mi dispiace, anche perché noi desideriamo offrire una proposta sempre più appetibile».