Il Brescia soffre ma ora è salvo
Le rondinelle trovano ad Ascoli il punto che serviva per rimanere in Serie B Minelli salva la porta in tre circostanze, tiene il bunker di Pulga. Finisce 0-0: è salvezza
Una sofferenza, un calvario, come del resto un po’ tutto questo strano campionato che sembrava al sicuro e che invece si è chiuso solo al fischio finale dell’ultima partita contro l’Ascoli. Il Brescia è salvo, ma anche ieri ha dovuto subire le pene dell’inferno per non soccombere nella scontro diretto che avrebbe potuto aprirgli il barato dei play-out.
«Non c’è niente da festeggiare», recita lo striscione esposto dalla Curva Nord a fine partita. Ma al triplice fischio di La Penna, qualche lacrima è scesa lo stesso per la salvezza più rocambolesca degli ultimi anni, di certo meritata nell’arco delle 42 partite. Il Brescia ha smesso di farsi male nel giorno della verità, ad Ascoli, portando a casa il punto che serviva con uno 0-0 d’altri tempi, tanta sostanza e nessun lustrino, in cui Pulga ha pensato a contenere un Ascoli dalla pochissima qualità. E ha portato a termine la missione, invero non impossibile, per la quale era stato chiamato da Cellino a quattro giornate dalla fine. Le rondinelle restano in B, obiettivo minimo centrato con il massimo sforzo. Adesso, dalla prossima stagione, dovrà iniziare qualcosa di nuovo. Ma ci sarà tempo per raccontarlo.
La cronaca della sfida nelle Marche è in realtà spoglia, il copione è stato ben diverso dalle ipotesi della vigilia. Cosmi, che dovrà disputare i play out contro l’Entella, uscita vincente dallo spareggio salvezza a Novara, ha atteso più che offeso sin dal via. Cauto Pulga con un 4-2-3-1 abbottonato, nel quale Curcio ha agito da finto attaccante esterno, abbottonato anche l’Uomo del fiume con il solito 35-2 spuntato, nel quale Clemenza — il migliore dell’Ascoli — ha predicato nel deserto, solo tanto quanto Caracciolo che di palloni ne ha toccati pochi. L’unico buono, al 43’ della ripresa, gliel’ha servito malissimo Tonali vanificando il contropiede del vantaggio e obbligando a alla bombola d’ossigeno per un recupero giocato, tardi, all’arrembaggio dall’Ascoli. Vanno tuttavia rimarcati i meriti di una difesa che, nell’occasione più importante, ha sbagliato poco. Benissimo Gastaldello (provvidenziale il salvataggio al 90’ in area), bene Lancini, Coppolaro e Longgi (ha colpito un incrocio dei pali), molto bene Minelli che ha riscattato un ritorno incolore chiudendo la porta ai tentativi dalla distanza di Clemenza (in un’occasione smanacciando sulla traversa) e Rosseti, quindi blindando la porta nel concitato finale in cui il rischio beffa era concreto. A 31 anni di distanza dal drammatico Brescia-Ascoli del 1987, è arrivata invece la rivincita. Parziale, ma provvidenziale. Per evitare i play out, che una sconfitta avrebbe reso inevitabili, la squadra ha dovuto indossare un abito che non le era proprio: ha fatto a cazzotti dal via, a volte in maniera grossolana subendo gialli a raffica e bene ha fatto Pulga a togliere Ndoj, in odore di rosso, per Bisoli a inizio ripresa. Nel complesso, tuttavia, si è salvato il più forte. Non vi è dubbio. Questo Brescia, pur raffazzonato, pasticcione, incostante, non era tra le cinque squadre peggiori di questo campionato. All’ultimo match point, ha strappato il biglietto per la Serie B del 2018-19. Andava vidimato un mese fa. Forse è stato più bello così, de gustibus. Conta solo il finale. Lieto. Fine del primo capitolo, all’anno prossimo.