Con Capo storie bresciane su YouTube
I video realizzati dall’attore bresciano Roberto Capo con Enrico Fappani sono seguitissimi
«Ch’èl chi chèl lé?» Ovvero «Chi è mai quello li?» È Roberto Capo, attore bresciano, padre di un video — 3, 4 minuti, non di più — che su Facebook ha collezionato più di undici mila gradimenti. Quanto alle 25 puntate andate in onda finora il primo milione di visualizzazioni è stato da poco superato. Lo seguono in provincia e lo seguono i bresciani sparsi nel mondo. Il successo conferma quanto siano gradite le vicende di casa — storie o storielle che siano — soprattutto se raccontate con garbo e nella lingua «che la gha ‘nsegnàt la mama». Spiritosamente l’autore chiama Spifferi bresciani le curiosità che porta in video.
Roberto Capo, appare sul piccolo schermo di Facebook o di YouTube con abito nero di foggia antica, cappello alla De Rege. Potrebbe essere uscito da una lastra ottocentesca del fotografo Giovanni Negri. «È un vestito che mi ha regalato — racconta divertito — una vecchia signora che si è entusiasmata all’idea del programma che stava nascendo». Roberto prima sceglie sui libri una curiosità — per esempio il leone dello stemma che Aleardi e Carducci hanno fatto diventar leonessa o la piazza Rovetta che non esiste — si documenta, scrive il testo e infine lo affida a Enrico Fappani. Il bravissimo operatore e regista — riconoscibile per le inquadrature giocate fra campi lunghi e primi piani — pensa al resto, ovvero agli angoli migliori per girare. E grazie ai suoi occhi spesso capita di scoprire una città nuova, mai vista.
L’attore, memorizzato il testo a grandi linee, ha la capacità di riversarlo all’impronta nel dialetto di casa. Parla a se stesso o ferma passanti e racconta loro particolari sconosciuti. Il successo viene da un mix di ingredienti: l’uso corretto del dialetto, il buon testo, il modo simpatico di porsi dell’attore che parla senza spocchia, ma come un amico al bar. Questa scioltezza deriva certamente da una delle tante esperienze dell’attore. Per anni ha girato mezza Italia partecipato a spettacoli di improvvisazione teatrale, fino a diventare tanto esperto da esser chiamato dall’Associazione Ardega ad insegnare. Per questa sua capacità di elaborare una traccia, varie volte è stato scelto da Rai Uno per partecipare a Verdetto finale.
Scrivere per il teatro è una sua vecchia passione, se almeno si può definire vecchio parlando di un teatrante che non ha mezzo secolo di vita. Ha cominciato a scrivere Lì, alla Fratta, monologo che narra un episodio della Resistenza in terra bresciana. Dopo numerose repliche Roberto Capo si è dedicato a un altro testo d’argomento spinoso per Brescia: la vicenda Bipop. Graffiante il titolo della piece: ImPopolare.
E oggi, oltre ai video? «Insegno ai ragazzini delle elementari
Le attività Insegno anche agli scolari a recitare: non potete immaginare le soddisfazioni
a recitare: non potete immaginare le soddisfazioni che regalano».