La luna di miele sul lago di Garda piace ai reali
Da Farouk d’Egitto a Carol di Romania: ecco le teste coronate innamorate del Benaco
«Fosse vero»! Il cameriere del caffè sul lungolago di Gardone sorride. Gli hanno fatto credere che Harry e Megan avevano scelto il Benaco per la luna di miele. Una fola che ha un unico fondo di verità. Storico. Negli hotel del Benaco degli incanti — se andiamo indietro nel tempo — troviamo spesso re, regine, principi e duchi.
Prediamo la suite regale del Savoy. Fu abitata nel 1952 da Re Farouk con la consorte, marchesina Irma Capece Minutolo. Erano i giorni successivi al colpo di stato in Egitto. Vent’anni prima era stata di Umberto di Savoia e Maria Jose, nata principessa del Belgio. Nel 1926 accolse Carol di Romania e un anno prima il principe Anatole Kurakin.
Un russo con fortuna sfacciata, il Kurakin. Data la parentela con la famiglia zarista, nei giorni della rivoluzione del 1917 fu scovato dalle guardie bolsceviche. Se la cavò proponendo un singolare baratto. La sua vita per un oggetto realizzato con abilità da gioielliere da un caro amico, proprio di Gardone. In cambio della libertà (e della vita) offrì la sua dentiera in oro massiccio, opera del celebre dentista Arturo Hruska che d’estate si trasferiva a San Pietroburgo per curare i sovrani.
Una vacanza che finì sui giornali di mezza Europa fu nel 1908 quella di Giuseppina Carolina del Belgio (sposata a Karl Hohenzollern) venuta da Berlino con le figliolette di 10 e 11 anni Stephanie e Henriette. La più piccola durante una passeggiata a Gardone di sopra, in barba alle rigide regole di galateo, avvertì mamma che doveva far pipì. Nei campi? Giammai. Data l’urgenza venne adocchiata la vicina casa di una sarta che mise a disposizione il suo vaso da notte. La bambina fece l’impellente bisognino davanti alle damigelle accompagnatrici. La scena non sfuggì ai severi cronisti teutonici al seguito. Riportarono la circostanza biasimando l’assenza di una sala da bagno nella casupola di Gardone.
A rivedere le cronache il sovrano che ebbe più successo fu re Giorgio di Sassonia nel marzo 1903. Aveva scelto una vacanza di sei settimane per sfuggire ad una valanga di pettegolezzi. La nuora, arciduchessa Luise d’Austria, moglie del figlio primogenito Federico Augusto, principe ere- ditario e madre di sei figli, era scappata con il giovane insegnate d’inglese sua figlia. Roba da borghesucci. Accompagnato dalla figlia Matilde ed un seguito di dieci persone prese alloggio nella villa dei Wimmer il 18 marzo 1903. Avrebbe dovuto arrivare un giorno prima: scelse di ritardare per rispetto a Guglielmo imperatore rimasto più a lungo del previsto sul Garda.
Il suo arrivo fu da favola, a bordo del piroscafo «Lazzaro Mocenigo». S’era imbarcato a Riva del Garda dove era giunto su una ferrovia a scartamento ridotto, messa in funzione appositamente per loro e partita da Mori, stazioncina sulla linea Brennero -Verona.
Re Giorgio fu accolto con luminarie e bandiere. La titolare di una pensione — l’attuale albergo monte Baldo — per le sale scelse luci bianche e verdi, i colori della Sassonia.
In quei giorni fu raggiunto dalla figlia, l’arciduchessa Maria Josepha, accompagnata dal figlio l’arciduca Carlo, e non dal padre Otto d’Asburgo. Anche lei aveva il suo carico di dispiaceri per via del marito, un poco di buono conosciuto come dissipatore e decisamente infedele. Soggiornò a Gardone anche il figlio di re Giorgio, il principe ereditario Federico Augusto. Partito il sovrano, la rivista «Italia Bella» scrisse: «Gardone, da povero villaggio di pescatori nel 1883 è divenuto una delle più celebri stazioni d’Europa».
E non furono gli unici turisti blasonati a soggiornare al Savoy o al Grad Hotel, al Roma o Al Fasano. Alla rinfusa, ecco il granduca Adolfo Federico con la madre la granduchessa di Oldemburg, il principe e la principessa di Sconauch-Carolath, i principi francesi Jacques De Broglie, il principe Herbert, figlio di Otto von Bismark statista tedesco, la granduchessa Wladimir di Russia, il barone von Guntram. Gardone fu un’Europa in miniatura.
Dalla Russia Fra gli ospiti del Savoy anche Anatole Kurakin, parente degli zar, salvo grazie alla dentiera