La denuncia dei vicini: «Liti segnalate più volte»
La voce arrabbiata, sconsolata, dispiaciuta: «È una tragedia». Ma che la morte del signor Marino fosse in qualche modo «annunciata», anzi, la definisce proprio «in un certo senso prevedibile» lo dice anche il sindaco di Fiesse, Chiara Pillitteri. A lei e ai suoi collaboratori, più volte, si erano rivolti i vicini dei Pellegrini: «Erano esasperati». Dalle liti, le minacce, dalle manie della moglie, ci raccontano.
Sebastian «era seguito dal Cps ed era già stato anche in carcere. Noi non sapevamo più cosa fare, non avevo i mezzi nè il potere di prendere alcun provvedimento» precisa il primo cittadino di Fiesse. Di più. «Dopo un periodo di comunità ha firmato ed è uscito, visto che si tratta di percorsi terapeutici su base volontaria». In poche parole: «Non è mai stato ritenuto pericoloso, nè per sé né per gli altri». E proprio in questi giorni Sebastian «e tutti noi stavamo aspettando il decreto del giudice» sulla necessità o meno di un ricovero in struttura. Il sindaco è chiaro: «Quel ragazzo a casa non doveva starci. Credo davvero che questo omicidio terribile si potesse evitare».
I servizi sociali seguivano la famiglia, questo sì, «ma per quanto riguarda gli aiuti economici viste le difficoltà, come i buoni spesa. Veniva Marino a ritirarli, ma non poteva usarli per comprare alcolici naturalmente». Di Sebastian e il suo futuro «ne stavamo parlando, in Comune, proprio sabato mattina, in attesa della decisione della magistratura. Quando peraltro l’ho visto passare in bici. Con quello sguardo che faceva paura». Ma «mi creda, quel che è successo dispiace davvero tantissimo».
«Ma è stato Sebastian? Davvero?» ci chiede una ragazza. «E pensare che sembrava quello più innocuo: perso sì, ma meno pericoloso del fratello». «La gente aveva paura di loro, non prendiamoci in giro» le fa eco un ragazzo che da tempo non abita più a Fiesse. Qualcuno ricorda anche che di aver visto il signor Marino, un paio di settimane fa, «con alcune botte sulla testa, a destra, sembravano ematomi». Pausa. «Le avrà prese, di sicuro. Non riusciva più nemmeno a difendersi».
Il percorso Sebastian era uscito da poco dalla comunità: «Stavamo aspettando il decreto del giudice»