Tav, ecco il progetto che divide
Tutti i dettagli dell’intervento tra Brescia e Verona. Intanto la politica discute
Tredici sottopassaggi, nove sottovia stradali, quattro viadotti, quattro gallerie naturali e 17 artificiali, 23,4 chilometri rilevati, 6,5 chilometri in trincea su un tragitto complessivo di 45,4 chilometri tra Brescia e Verona. Sono i numeri del progetto definitivo della linea dell’Alta velocità dalla città al capoluogo scaligero. Un’opera che, ha ribadito sabato l’ad di Ferrovie Renato Mazzoncini potrebbe vedere i primi cantieri entro l’anno, ma che l’accordo di governo tra Lega e Cinquestelle vorrebbe rimettere in discussione per investire sulle linee locali.
Nel programma del futuro governo, infatti, si parla della necessità di ridiscutere con la Francia gli accordi per la Torino Lione, opera alla quale è in qualche modo collegata anche la Milano-Venezia che, fino ad ora, però, si ferma a Brescia per poi proseguire sulla linea tradizionale. Ora sarà probabilmente la politica a dire una parola definitiva sull’intera rete.
È nel mezzo delle polemiche sull’Alta velocità che viene alla luce il progetto definitivo del tracciato Brescia-Verona: quattro gallerie naturali e 17 artificiali, quattro viadotti e 15 cavalcavia. Un tracciato che corre in affiancamento all’autostrada Serenissima (A4) per più di 45 chilometri: ben definito nel percorso che va da Mazzano (Brescia Est) allo scalo Merci di Verona, ma ancora «sospeso» nel tratto di Brescia dove si attende – nei prossimi anni – un disegno a parte per il quadruplicamento in uscita dalla città. Nel progetto definitivo Brescia-Verona scompare lo shunt parallelo alla Corda Molle, ma non la mega galleria da 7,5 chilometri che si inabissa sotto le colline di Lonato e “sbuca” nelle campagne di Desenzano. Sono alcune delle specifiche più importanti del tracciato da 2,8 miliardi che impegnerà ruspe e camion per i prossimi sette anni, dalla seconda metà del 2018 fino al 2025. Sempre che l’intera opera non venga messa in discussione o cancellata: ipotesi non peregrina, vista la presa di posizione del capo politico dei Cinque stelle. La Torino-Lione «è superata, prendiamoci quei soldi – ha detto Luigi Di Maio – e mettiamoli nel trasporto pubblico locale». Frase che ha scatenato sorprese in casa leghista, dove Matteo Salvini si è affrettato a dire che la cancellazione tout court della Tav non è nel programma di governo. In più, la Francia di Emmanuel Macron ha invitato il futuro governo italiano a rispettare gli “impegni” presi sulla Torino-Lione. Non va infatti dimenticato che il percorso che si snoda al confine tra Lombardia e Veneto è la continuazione del corridoio ferroviario che parte da Torino. Oggi, con l’Alta velocità già completata tra il capoluogo piemontese e la città di Brescia, le Ferrovie dello Stato sono decise a continuare l’opera il cui progetto risale al 2003. I Frecciarossa che oggi viaggiano da Milano sono costretti a ritornare sulla linea storica nell’ultimo tratto, a pochi chilometri da Brescia: a dicembre, come assicurato dall’ad di Fs Renato Mazzoncini, anche questo problema sarà superato. E lo stesso Mazzoncini sabato a Brescia ha spiegato che «Il primo cantiere aprirà quest’anno è tutto pronto».
Sempre nella seconda metà del 2018 dovrebbero iniziare i lavori alla galleria di Lonato. Sotto la direzione di Italferr (Fs), il general contractor “Cepav Due” inizierà a dare attuazione a quanto contenuto nella delibera 42/2017 del Cipe: il treno incontrerà prima il viadotto sul Chiese (lungo 377 metri), la galleria di Calcinato (460 m), a seguire ci sarà la galleria di Lonato da 7,5 chilometri, un altro tunnel che si trova a sud del laghetto del Frassino (2,6 Km); in territorio veronese, invece, i convogli Alta velocità passeranno sopra il viadotto del Mincio (320 m), la galleria Paradiso (1,4 Km) e, infine, il tunnel di San Giorgio (Sona). Opere necessarie per dare stabilità al treno e permettergli di accele-
rare e curvare in sicurezza. Per la maggior parte del tracciato l’Alta velocità corre su rilevati e trincee: è quello che succede nel territorio di Calcinato, Desenzano e Pozzolengo. Sul territorio di Mazzano, invece, verrà scavata una galleria artificiale (0,5 Km) all’altezza dello svincolo di Brescia-Est e saranno riqualificati alcuni sottopassi, vie e cavalcavia. Le mitigazioni ambientali? Sono previste dal 2022. Al confine con Calcinato sorgerà poi un cantiere da 54 mila metri quadrati, pronto a servire i camion che dovranno costruire “rilevati” e “trincee” lungo i 7,1 chilometri che porteranno l’Alta velocità ad allontanarsi dalla ferrovia storica e avvicinarsi all’A4. L’impatto dell’opera sarà rilevante sulla viabilità del paese e delle aree industriali: causa cantieri, infatti, saranno quattro i cavalcavia cui i tecnici di Cepav Due dovranno mettere mano. Si tratta di quello di via Stazione (Ponte san Marco), via Moncalvo, Sp11 e via Brescia. Senza contare l’elettrodotto in costruzione dal 2020 e la “rilocazione” del canile. Più complessa la situazione a Lonato, dove la prescrizione numero 205 prevede lo “spostamento” di una vasca e di un capannone della Feralpi. Il tunnel da 7,5 Km sarà l’opera principale, tra le primissime a partire. E se gli ambientalisti temevano per le ricadute dello scavo sul reticolo idrico delle colline, il comune guidato dal sindaco Roberto Tardani era più preoccupato della posa di un importante elettrodotto.
Nel territorio di Desenzano la Tav corre in sfregio all’autostrada: i 9 chilometri del percorso impongono la costruzione di un nuovo cavalcavia (via Grezze) e la modifica di altri tre. Trincee e rilevati ferroviari impegneranno le ruspe fino al 2022. E in tanti sperano che la polvere “insidiosa” dei cantieri non faccia fuggire turisti e acquirenti: il territorio è il vero valore aggiunto di queste aree di pregio.
Di Maio
La TorinoLione è superata riprendiamoci i soldi e mettiamoli sui trasporti locali
Mazzoncini
Per Verona tutto è pronto: i primi cantieri entro l’anno non ci saranno problemi
Peli Autostrada della Valtrompia: a questo punto è poco probabile che il governo la fermi