M5S: facciamo altro. La Lega: vediamo
Gli esponenti bresciani di Lega e Cinquestelle si dividono, almeno sull’approccio: cauti i primi («vediamo, nel programma si parla solo di ridiscutere la Torino - Lione»), determinati i secondi («investiamo sulle linee tradizionali»).
«Noi siamo disciplinati, l’importante è il rispetto dell’accordo di programma». Paolo Formentini, vicesindaco di Desenzano e da pochi mesi deputato della Lega, non si sbilancia sul tema Alta velocità Brescia-Verona. E rimanda al contratto, dove – a proposito della Torino-Lione – c’è scritto che le due parti si impegnano «a ridiscutere integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia». Nessuno parla di cancellazione integrale o eliminazione. Il termine è «ridiscussione», concetto-bussola che potrebbe forse essere applicato anche per gli altri tratti ad Alta velocità, compresa la Brescia-Verona mai esplicitamente citata nel contratto di governo tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Quella della Tav è una partita delicata, dove la Lega potrebbe essere chiamata a fare sintesi tra le posizioni escludenti dei 5 stelle (Tav inutile) e chi invece l’ha appoggiata per anni, dall’Europa
al Partito democratico e all’asse Forza Italia-Carroccio. Matteo Salvini domenica a Fiumicino ha provato a gettare acqua sul fuoco accesso dall’alleato pentastellato: nel contratto «non c’è il blocco della Tav. Ci sono progetti – ha detto – che saranno riesaminati, alcuni saranno confermati, altri ridiscussi». Insomma, niente troncature. Quella della Lega è quindi un’inedita opera di mediazione? Si vedrà dagli sviluppi romani del nuovo esecutivo giallo-verde. Intanto, a livello locale la giunta di Desenzano, con il centrodestra compatto, ha appena licenziato una delibera per sostenere una serie di cittadini espropriati che ricorrono al Tar.
Nei comuni il Carroccio persegue quindi una politica di affiancamento al territorio già portata avanti da altri paesi del Garda, guidati sia da amministrazioni di centrodestra sia a guida dem. Le scelte pesanti, però, si fanno a Roma.
Formentini Nel piano si parla di ridiscussione solo dell’accordo tra Italia e Francia