Lavoro interinale, cresce ma solo se confrontato ai primi mesi del 2017
Giuseppe Pasini: continua la carenza di ingegneri
Un rallentamento considerato fisiologico. La domanda di lavoratori in somministrazione registrata nei primi tre mesi dell’anno è aumentata del 24% rispetto allo stesso periodo del 2017 ma in flessione rispetto agli ultimi due trimestri. I numeri dell’osservatorio dell’Associazione degli industriali bresciani realizzato in collaborazione con le agenzie per il lavoro, fotografano «un contesto che resta ampiamente positivo — ha commentato il presidente degli industriali bresciani, Giuseppe Pasini —. E il buono stato dell’economia locale e della nostra industria in particolare, viene confermato anche dalla forte richiesta di conduttori d’impianti e operai specializzati». Ma non solo. «Le note caratteristiche anticipatorie del contratto di somministrazione — si legge nella nota diffusa via Cefalonia — indicherebbero un probabile rafforzamento della domanda di lavoro “alle dipendenze” da parte delle imprese nel corso dei prossimi mesi». Come dire che dai contratti di lavoro interinale a tempo determinato si potrebbe presto passare a contratti a tempo indeterminato. In attesa che dalle aspettative si passi a dati concreti, ancora una volta la dinamica complessiva della domanda di lavoratori in somministrazione, per quanto riguarda i settori, è stata guidata dalle richieste di addetti al commercio (+37 per cento tendenziale), seguiti dai conduttori di impianti (+30%), di impiegati esecutivi (+30%) e di operai specializzati (+28%). I rimanenti gruppi hanno avuto variazioni positive, ma al di sotto del valore medio come ad esempio i tecnici che registrano un incremento di 4 punti percentuali. Le richieste delle aziende si sono rivolte a personale non qualificato che sono ancora maggioritarie, intercettando circa un terzo della domanda complessiva (34,4 per cento); seguono i conduttori d’impianti (21,5%), gli addetti al commercio (20,9%) e gli operai specializzati (13,2%). Più contenuta è la domanda di impiegati esecutivi (5,4%) e di tecnici (4,7%), che insieme coprono poco più del 10% delle richieste. Nel dettaglio, i profili professionali di personale non qualificato sono richiesti dalle aziende industriali (25,3% delle richieste complessive) mentre molto distanziati si collocano i camerieri di ristorante (7,5%), gli addetti macchine per lavorazioni meccaniche (5,6%), i vigilantes (5,1%) e gli addetti consegna merci (4,1%). Nuova entrata tra le richieste di lavoratori interinali sono i vigilantes che rispecchia la mutata attitudine agli acquisti anche dei bresciani sempre più concentrati all’interno di grandi centri commerciali dove quindi diventano più elevate le esigenze di controllo sulla regolarità della spesa. Dall’osservatorio dell’Aib in collaborazione con le agenzie per il lavoro, non vengono segnalate «tensioni particolari» per reperire lavoratori in somministrazione a eccezione di alcuni profili appartenenti al
settore dei tecnici, soprattutto in campo ingegneristico, agli operai specializzati come fabbri, fonditori, saldatori, montatori, manutentori, installatori attrezzature elettroniche e ai conduttori di impianti (operatori impianti trasformazione metalli). Figure storicamente difficili da reperire alle quali si è aggiunta anche quella di trovare ingegneri. «Pur essendo un dato parziale perché limitato al campo del lavoro in somministrazione – ha ricordato il presidente
Giuseppe Pasini – la scarsità di ingegneri è comunque la rappresentazione dell’esistenza di un problema da noi segnalato a più riprese». Una difficoltà che potrebbe rallentare la corsa delle imprese verso quell’industria 4.0 indicata come la via maestra per reggere la competizione a livello globale e che dovrebbe comunque caratterizzare l’eccellenza dell’industria bresciana.
Scenari Il calo può indicare un rafforzamento dei contratti alle dipendenze