Leonesse ferite, ma già in campo La Coppa per scordare la Juve
È vero che per dimenticare le sconfitte più dolorose la migliore medicina è tornare subito in campo. Così presto, però, proprio no. La finale scudetto persa contro la Juventus, per il Brescia femminile, è terminata domenica alle 23.35 dopo 12 rigori e 120 minuti di gioco, peraltro con un unico cambio tra le giocatrici di movimento – Heroun per Giacinti – arrivato durante il secondo tempo supplementare.
Quando stasera alle 21, a Rezzato, le Leonesse torneranno sulla scena per sfidare il Tavagnacco nella semifinale (gara unica) di Coppa Italia, saranno passate 45 ore e mezza circa. Nemmeno due giorni, di solito tra una partita e l’altra ne servono almeno tre e figurarsi quando la posta in palio è così alta. La settimana più intensa e paradossale, forse l’ultima (le trattative molto avanzate con il Milan, come confermato al Corriere, non sono più una novità: Cesari spera in un colpo di coda degli imprenditori locali che gli tendano una mano in extremis, ma servono circa 300 mila euro) della storia del Brescia femminile, prosegue oggi e conta di terminare sabato quando, salvo cambi di data che in questo sport sono la regola, è prevista la finale di Coppa cui è già qualificata la Fiorentina. Per smaltire una delusione come quella di domenica serviranno settimane, forse mesi, a tutte. Va però ammesso, come ha fatto negli spogliatoi mister Piovani e con lui tutto il club, che la Juventus ha meritato il titolo per quanto dimostrato nell’ultimo incrocio stagionale. Più fresche, più abituate a gare senza domani, ma non più forti. Il Brescia si è arreso a una rivale contro cui si è incrociato 4 volte in stagione vincendo due volte a Vinovo, pareggiando in campo neutro e perdendo solo nel primo match in casa. Quella di stasera sarà un’altra battaglia sportiva, dato che il presidente Cesari è rimasto profondamente deluso dal mancato assenso del Tavagnacco a posticipare di 24 ore l’incontro, una volta spostato lo spareggio con la Juve da sabato a domenica. Un diniego che gli è già costato critiche anche all’interno del suo staff e delle sue atlete e vorrà far pagare sul campo alle friulane. Perché stasera potrebbe essere l’ultima partita della storia della società più vincente dello sport bresciano nell’ultimo lustro. Ma il funerale può aspettare, c’è ancora voglia di festa dopo una ferita ancora sanguinante.