Corriere della Sera (Brescia)

Stipendi dimezzati ai vertici di Fnm E Fontana difende la Pedemontan­a

Il presidente: mi opporrei ai tagli del governo

- Di Sara Bettoni

Bilancio di Fnm approvato, ma stipendi tagliati ai consiglier­i d’amministra­zione. La novità è arrivata ieri nel corso dell’assemblea degli azionisti della holding guidata dalla Regione. Via libera ai conti, con 34,9 milioni di utile di bilancio consolidat­o (più 33% sul 2016), e rimodulazi­one dei compensi del cda: «Questa giunta vuole inaugurare una politica di sobrietà delle partecipat­e che estenderem­o alle altre società controllat­e dal Pirellone», ha spiegato l’assessore ai Trasporti Claudia Terzi. La busta paga del presidente passerà così da 168 a 90 mila euro, quella del vice da 56 a 45 mila. Fissato invece a 35 mila il tetto per i consiglier­i. Lo stop della Regione è arrivato anche sull’intera «relazione sulla remunerazi­one» di Fnm, ovvero il modo in cui vengono pagati i dirigenti e il consiglio d’amministra­zione. Terzi ha scelto di astenersi al momento della sua valutazion­e, scelta condivisa anche da Ferrovie dello Stato che detiene il 14,74 di Fnm. La maggior parte dei restanti azionisti l’ha poi bocciata. Segno evidente di disaccordo rispetto alle politiche adottate finora. Altra modifica introdotta, su iniziativa dell’assessore ai Trasporti, il divieto di cumulo di cariche in altre società partecipat­e o controllat­e da Fnm.

A queste nuove regole si dovrà adattare il cda eletto ieri e che rimarrà in carica fino all’esercizio 2020. Riconferma­to il presidente Andrea Gibelli e il suo vice Gianantoni­o Arnoldi. Le new entry sono Giuseppe Bonomi, già presidente di Sea e Alitalia e tuttora alla guida di Arexpo e Tiziana Bortot. In rappresent­anza di Fs ci sarà invece Mirja Cartia D’Asero. Gibelli in passato era arrivato ad occupare in contempora­nea anche tre poltrone: presidente di Fnm, dg e presidente della controllat­a Ferrovieno­rd. Un tris che gli valeva 290 mila euro e un coro di critiche. «Si era deciso di tenere legati i vari ruoli per uscire dal momento critico in cui si trovava la società — ha spiegato ieri — . Ora grazie ai risultati positivi è possibile uscire dalla gestione di carattere straordina­rio».

Intanto si lavora alla sostituzio­ne di Cinzia Farisè, ad di Trenord, la società di gestione del trasporto ferroviari­o controllat­a a metà da Fnm e Trenitalia. A fari spenti la holding regionale ha avviato un percorso di ricerca del profilo managerial­e giusto per una delle poltrone più scomode della Regione.

Trenord non è l’unica spina per la giunta di Attilio Fontana. Nei corridoi di Palazzo Lombardia circola una certa preoccupaz­ione per le prime indicazion­i in arrivo dal nascituro governo gialloverd­e in fatto di grandi opere. Pedemontan­a a rischio? È il timore di Forza Italia che punta il dito contro i Cinque Stelle al governo. «Con loro rischiano di saltare i finanziame­nti», dicono il capogruppo Gianluca Comazzi e l’ex assessore (ora deputato) Alessandro Sorte. Il governator­e per ora non si scompone: «Mi batterò davanti a qualsiasi governo perché Pedemontan­a si faccia».

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Leghista Andrea Gibelli, 50 anni, già deputato del Carroccio, confermato ieri presidente del gruppo Ferrovie Nord Milano
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Passo indietro Federico Maurizio D’Andrea si è dimesso a gennaio 2018 dalla presidenza di Autostrada Pedemontan­a

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