Invecchiamento e dissesto idrico Quattro progetti con Fondazione Cariplo
Invecchiamento, dissesto idrogeologico e accrescimento della resilienza delle comunità territoriali rispetto ad aspetti di criticità ambientale: sono i temi dei quattro progetti di ricerca finanziati da Fondazione Cariplo con 910 mila euro complessivi, di cui circa un terzo destinati all’Università statale di Brescia. I progetti sono stati presentati ieri nella sede del rettorato dal rettore Maurizio Tira, dalla delegata alla ricerca Marina Pizzi e da Giovanni Peli di Fondazione Cariplo. Il primo progetto mira a studiare l’impatto dell’infrastruttura sociale sui processi cognitivi degli anziani attraverso una prospettiva interdisciplinare che integra scienze sociali e cognitive, medicina ed analisi geo-urbana. «L’obiettivo — ha spiegato Flaminio Squazzoni del dipartimento di Economia — è misurare le caratteristiche delle reti sociali e del capitale sociale di quartiere che aiutano l’anziano a preservare risorse cognitive importanti per prevenire processi di decadimento cognitivo». Il secondo progetto riguarda sempre l’invecchiamento e, come illustrato da Alessandro Barbon (Medicina molecolare), punta a individuare possibili biomarcatori e meccanismi molecolari coinvolti nel deterioramento cognitivo associato a condizione di fragilità fisica, da utilizzare in prevenzione e terapia. In particolare, la possibilità di individuare nuovi biomarcatori specifici di fragilità sarà rilevante per l’identificazione precoce del problema e per selezionare i soggetti che necessitano di una particolare attenzione. Obiettivo del progetto Florimap (illustrato da Roberto Ranzi, Ingegneria Civile) «consiste nel definire criteri più affidabili di quelli attuali per la mappatura della vulnerabilità delle persone e degli edifici rispetto alle alluvioni». Il quarto progetto si concentra sul neonato Parco delle Cave con il fine primario di portare nell’immediato i cittadini nel parco, per viverlo e conoscerlo come un luogo generativo di relazioni e connessioni tra le persone stesse, i luoghi, le parti della città e del territorio. Come osservato da Antonella Pietta (dipartimento di Economia) l’idea di fondo è non disperdere le energie delle reti solidali che si sono create dal basso con i quartieri e le associazioni. Per scongiurare tale rischio un progetto pilota intorno al Lago paradiso punterà a creare un modello di gestione partecipato, replicabile poi anche nelle altre aree del parco.