Morto fuori dalla discoteca, un indagato
o in attività. Una presenza quella delle aree dismesse contaminate, si legge nel programma regionale di gestione rifiuti e di bonifica delle aree inquinate, che «oltre a determinare rischi per l’ambiente e la cittadinanza, non consente l’utilizzo di tali aree per l’attuazione di strategie di valorizzazione del territorio, con pregiudizievoli ricadute sull’assetto sociale dei Comuni interessati e sulle prospettive di sviluppo dell’economia locale».
Per cominciare a tracciare la geografia della contaminazione non si può che partire dai Sin, la cui bonifica è in capo al ministero dell’Ambiente. In Lombardia sono in tutto cinque tra Milano, Mantova, Pavia e Brescia, con una estensione totale di oltre 15 chilometri
Per la morte di Manuel Cantisani, il ventottenne trovato incosciente domenica fuori da una discoteca a Vergiate, nel Varesotto, la Procura di Busto Arsizio ha iscritto una persona nel registro degli indagati. L’ipotesi di reato è quella di omicidio stradale. Il giovane era stato soccorso a bordo strada alle 4 del mattino per le gravi ferite alla testa. Il ragazzo si sarebbe frapposto fra i litiganti di una rissa per poi cadere a terra e venire travolto da un’auto guidata da un conoscente, ripartito e rintracciato dai carabinieri. Le indagini propendono verso l’accertamento delle responsabilità sul conducente dell’utilitaria, interrogato dai militari e sottoposto agli esami di rito. Decisive sono state le immagini delle telecamere, da cui potranno emergere precise responsabilità. Cantisani risiedeva da due anni a Cardano al Campo ma nel paese d’origine, Lonate Pozzolo, molti si ricordano di lui come persona disponibile. Da sei mesi consegnava pizze a domicilio. ( Andrea Camurani ) Praoil alla raffineria Eni di Sannazzaro, il centro integrato A2A di Giussago e un tratto di terreno tra la tangenziale ovest e la ferrovia. La spesa più importante riguarda l’ex Flucosit di Asola (Mantova) che ha totalizzato tra il 2013 e il 2016 stanziamenti per 14 milioni. Lì il petrolchimico lavorò per anni senza seguire regole e normative avvelenando falde e terreni. Il cantiere di bonifica aperto nel 1996 ha partorito costi, a carico del pubblico, per 60 milioni di euro. Il lavoro da fare è enorme. Lo ha messo nero su bianco Regione Lombardia nel rapporto di monitoraggio: nonostante il Pirellone abbia accentrato l’esecuzione degli interventi presso Infrastruttura Lombarde «l’attività coordinata da Regione Lombardia ha comunque evidenziato criticità in termini operativi per la carenza di risorse professionali adeguate, in riferimento all’incarico assegnato, per la gestione degli adempimenti tecnico-procedurali necessari per la realizzazione degli interventi».