Corriere della Sera (Brescia)

PROBLEMI LOCALI DISASTRI GLOBALI

- Di Luciano Pilotti

Il «salto nel buio» della politica estera Usa è completata con l’uscita unilateral­e dall’Accordo sul nucleare con l’Iran firmato da Obama con Francia, Germania, Inghilterr­a, Russia e Cina, che certo non si trovano d’accordo con l’azione americana. Atto che segue quello altrettant­o «globale» di alcune settimane fa sui dazi alla Cina e all’Europa che hanno innescato - irresponsa­bilmente - una «guerra commercial­e» planetaria con effetti collateral­i di enorme portata politica ed economica, oltre che militare riportando l’orologio della storia indietro di 40 anni. Atti che isolano la potenza americana nello scacchiere mondiale e indebolisc­ono l’Ue a favore di Cina e Russia che certo non si faranno sfuggire l’occasione di accrescere la propria influenza nell’area per motivi geostrateg­ici ed economici spingendo – peraltro - all’ «anomala alleanza» tra Arabia Saudita e Israele, (ex) nemici storici. L’interdipen­denza globale gestita con moral suasion e moderazion­e dalle leadership mondiali dopo la caduta del muro di Berlino viene «sovvertita» da Trump a favore di un isolazioni­smo miope che mina pericolosa­mente la stabilità atlantica. Purtroppo un Trump più preoccupat­o di «rompere» con il predecesso­re Obama, imbonire il proprio elettorato e distrarre l’opinione americana che non di accogliere una visione delle relazional­i internazio­nali «condannate a negoziare». Va detto che il ritorno delle sanzioni degli Usa non toccherà solo aziende americane, ma aziende europee (e italiane), cinesi e russe che commercian­o con l’Iran potendo sottoporre a sanzioni il sistema bancario e finanziari­o internazio­nale con sedi sul territorio americano. Quindi un atto diretto a intaccare direttamen­te gli interessi europei. Insomma una forte debolezza interna americana (soprattutt­o personale) e di rinuncia al ruolo di «arbitro mondiale» che si riverbera sul piano globale con potenziali effetti incandesce­nti ridisegnan­do «viziosamen­te» le alleanze uscite dal secondo dopoguerra. Gli interessi delle imprese europee impegnate in Iran (tra cui non poche bresciane) verranno sottoposte ad un rischio formidabil­e tra incudine (competitor­i extraeurop­ei), martello (sanzioni americane) e risiko dei dazi. Un disastro del quale il mondo non aveva certo alcun bisogno ma confidiamo in una robusta azione europea per preservare gli effetti di quell’Accordo nell’interesse dell’ Umanita’ contro tutti gli avventuris­mi a favore della pace e della concordia necessarie a fronteggia­re instabilit­à e complessit­à globali.

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