Guerra al Tar sulla surroga di Rolfi
Martinazzoli contesta il subentro al Pirellone di Ceruti che però ha preso più voti
Dopo che Fabio Rolfi è stato nominato assessore la sua sedia da consigliere in Regione è andata alla prima dei non eletti, la sindaca di Remedello Francesca Ceruti. Ma la compagna di partito Donatella Martinazzoli è ricorsa al Tar per annullarne la nomina: «Ci sono discrepanze nei conteggi dei Comuni con quelli dell’ufficio circoscrizionale», dice. «Abbiamo controllato tutti i verbali e ha preso decine di preferenze in meno» dice il legale della Ceruti.
È guerra in casa Lega per una poltrona al Pirellone. Alle elezioni del 4 marzo il Carroccio bresciano ha ottenuto ben cinque consiglieri regionali (Rolfi, Epis, Ghiroldi, Massardi) ma quando Fabio Rolfi è stato nominato assessore all’Agricoltura è subentrata al suo posto la prima dei non eletti, la sindaca di Remedello, Francesca Ceruti, che — stando dai dati ufficiosi del ministero dell’Interno — aveva preso 2611 preferenze, ovvero 23 in più della camuna Donatella Martinazzoli, eletta nel 2013 con la lista civica Maroni. Ceruti risulta in vantaggio di 41 voti anche nei dati ufficiali dell’ufficio centrale circoscrizionale. Martinazzoli ha deciso di ricorrere al Tar di Milano chiedendo l’annullamento della proclamazione «perché ci sono incongruenze tra il dato definitivo delle preferenze certificate dall’ufficio centrale circoscrizionale e quelle validate Comuni» dice al telefono, aggiungendo: «Chiedo sia fatta chiarezza, nulla di personale nei confronti di Ceruti». Martinazzoli, difesa dall’avvocato Adolfo Mario Balestrieri, nel dettaglio contesta i verbali delle operazioni di voto della sezione 9 del comune di Botticino, della sezione 413 del comune di Brescia, della sezione 3 del comune di Esine, della sezione 3 del comune di Salò e delle sezioni 1 e 2 del comune di Temù.
Alessandro Asaro, legale della consigliera Ceruti, in due settimane ha però controllato i verbali elettorali di tutti i comuni «e si evince che la mia assistita è comunque in vantaggio di decine di preferenze sulla ricorrente». Per l’avvocato, che ha presentato un controricorso incidentale, «Martinazzoli ha commesso un errore formale sovrapponendo le preferenze emerse dai verbali dei Comuni e comunicati al ministero dell’Interno con quelle definitive certificate dall’ufficio centrale circoscrizionale, che sono addirittura di più» (ovvero 41). Nell’udienza del 5 giugno è possibile che i giudici rigettino il ricorso oppure che decidano di andare a ricontrollare tutti i verbali elettorali dei comuni «cosa che noi abbiamo già fatto».
Insomma pare improbabile che si possa arrivare ad un ribaltone che non avvenne nemmeno nel febbraio 2010, quando il Tar di Brescia confermò Andrea Ratti sindaco di Orzinuovi, dopo che il candidato di centrodestra Roberto Faustinelli aveva fatto ricorso in quanto alle elezioni comunali del 2009 aveva perso di soli due voti. Ma in quel caso, fa notare un autorevole esponente della Lega bresciana, la battaglia legale era suffragata anche dalla contesa politica tra i due rivali. Martinazzoli e Ceruti sono entrambe della Lega. Un fatto che non dovrebbe passare inosservato al commissario della Lega di Valcamonica, Elio Tomasi. Il Carroccio è molto attento alla disciplina di partito e quello di Martinazzoli potrebbe essere visto come un atto che antepone interessi personali a quelli di partito. ( p.gor.)