Longobardi, sarà Brescia al vertice dei siti Unesco sparsi in Italia
Dal 2013 turisti triplicati: da 77 mila a 230 mila. Presto uno scambio di collezioni
Brescia succederà a Cividale del Friuli alla presidenza dell’Associazione Italia Langobardorum, la struttura di gestione del sito Unesco «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)». La nomina verrà formalizzata durante il consiglio di amministrazione di quest’estate, fissato un mese dopo le elezioni comunali «in modo da non mettere a rischio la continuità di quest’organo » ha spiegato Laura Castelletti, vicesindaco e assessore alla Cultura della città, che ieri in Loggia con Tommaso Gaglia, consigliere comunale delegato dal sindaco a rappresentare Brescia in Italia, e Francesca Morandini, responsabile del servizio collezioni dei Musei Civici, ha fatto il punto sul biennio di vicepresidenza. Due anni che hanno visto la Leonessa in prima linea con un ruolo di regia che ora, con il nuovo incarico, si dovrà rafforzare ulteriormente.
«Dovremo assumere una maggiore responsabilità progettuale – ha rimarcato Gaglia – e dovremo coordinare il dialogo e le relazioni con gli altri comuni iscritti alla lista dei siti longobardi». Oltre a Brescia e Cividale, Castelseprio-Torba, Campello sul Clitunno, Spoleto, Benevento e Monte Sant’Angelo.
Il gruppo sembra lavorare in armonia e dalla sua costituzione ha portato a casa buoni risultati. Grazie alla legge 77/2006 sui siti Unesco, Italia Langobardorum ha potuto raccogliere a livello nazionale più di un milione e 600mila euro da investire in ricerca scientifico-archeologica, in progetti di valorizzazione del patrimonio longobardo, nella realizzazione di materiali divulgativi e nella promozione di iniziative formative, in particolare legate al turismo scolastico. Con bandi nazionali sono stati assegnati fondi alle scuole per finanziare gite di uno o più giorni sui sette siti longobardi. Idea che in tre anni ha movimentato circa 19mila studenti e 670 classi da tutta Italia. «Il 26% di queste ha scelto Brescia – ha specificato Gaglia – peraltro producendo un ritorno economico sul territorio stimato intorno ai 50mila euro». Una parte delle risorse è stata destinata anche a progetti educativi, come «Alla tavola di Re Rotari» che, con il supporto di Brescia Musei, ha portato alla collaborazione tra i detenuti delle case di reclusione di Canton Mombello e Verziano e gli studenti degli istituti scolastici Fortuny, Mantegna e Accademia Santa Giulia in un percorso sulle tradizioni alimentari nell’Italia longobarda.
Due novità sono in rampa di lancio: «I longobardi in vetrina » , un’operazione che chiederà ad ognuno dei sette siti di scambiare pezzi della propria collezione con un museo partner (Brescia sarà «gemellata» con il Museo Nazionale dell’Alto Medioevo di Roma), e il bando «Toccar con Mano i Longobardi» per sostenere la creazione di copie di reperti archeologici da esporre in mostre tattili itineranti.
L’ingresso della città nel sito Unesco in questi anni ha fatto bene anche al turismo, benché sia difficile capire come e quanto, perché un dato disaggregato è praticamente impossibile da ricavare. Dal 2013 a oggi il flusso annuo di turisti, secondo i numeri forniti da Armando Pederzoli, è aument a to da 77mi la a 230mila presenze. «Quel che è certo – ha assicurato il responsabile del Servizio Turistico del Comune – è che il contesto prestigioso della lista Unesco ci sta premiando soprattutto sui mercati più lontani: Israele, Sud Est Asiatico, Cina, Giappone e Corea, paesi che riescono a percepire questo valore aggiunto».
I fondi Il gruppo dalla sua costituzione ha raccolto più di un milione e 600mila euro