Camion e frontalieri Guerra della dogana tra Como e Svizzera
«Basta tir fermi». «Peggio il viavai di italiani»
«Chiudete la dogana e COMO dobbiamo sopportare l’invasione dei camion sulle nostre strade». «Sopportiamo ogni giorno l’invasione di migliaia di frontalieri». Il calendario delle festività in Svizzera fa scaturire una nuova polemica tra italiani e ticinesi. Il sindaco di Como ha fatto la voce grossa dopo l’ennesima giornata di caos sulle strade del capoluogo lariano per il blocco della dogana merci. Immediata la risposta dei politici elvetici: «Pensi ai problemi che i lavoratori italiani causano al Ticino e non metta becco sulle nostre festività».
Lunedì scorso, per la Pentecoste, festività in Svizzera, la dogana merci ha chiuso. Centinaia di Tir si sono riversati sulle strade del capoluogo lariano, paralizzando il traffico fino a martedì. «È una situazione che si ripete ogni volta che gli svizzeri decidono di chiudere la frontiera — ha attaccato il sindaco di Como, Mario Landriscina —. Non vogliono avere il traffico sulle loro strade e questo si ripercuote sui comaschi. È un problema di relazioni internazionali». La reazione elvetica non si è fatta attendere. E rischia, visti i toni, di aprire un altro fronte polemico tra Italia e Svizzera. «Voi dovete sopportare i camion nei giorni festivi, noi dobbiamo sopportare i frontalieri tutti i giorni», è la sintesi del pensiero dei politici ticinesi.
Il consigliere di Stato Norman Gobbi lo ha detto con un tweet pieno di «emoji», una fila di auto, camion e moto seguiti dalla bandiera italiana. «Ah ecco — ha scritto sotto un’immagine dei camion bloccati in autostrada a Como —. Ogni giorno lavorativo invece da noi…>» e via con i disegni dei mezzi in coda. Ancora più accesi i toni di Lorenzo Quadri, consigliere nazionale esponente della Lega dei Ticinesi. Usando espressioni ben poco istituzionali, in un lungo post su facebook, l’equivalente di un parlamentare italiano si è rivolto direttamente al sindaco di Como con un esplicito «vadaviaiciap». Un insulto al quale Landriscina ha scelto di rispondere con il silenzio.
Ma Quadri non si è fermato alle colorite espressioni rivolte al sindaco. Ha bensì sfruttato l’occasione per l’ennesimo attacco agli italiani. «Ogni giorno entrano in Ticino 65.500 frontalieri, uno per macchina, più migliaia di padroncini e distaccati che intasano le nostre strade ed autostrade ed impestano la nostra aria, oltre a generare dumping salariale e a soppiantare i lavoratori ticinesi. È inaccettabile», ha sostenuto l’esponente della Lega dei Ticinesi.
Una stoccata, Quadri l’ha lanciata pure «alle svariate migliaia di Tir dell’Unione Europea in transito parassitario» ma anche «al frontalierato del crimine che imperversa nel Mendrisiotto e non solo». Quindi l’invito finale al sindaco: «Prima di blaterare contro la Svizzera d il Ticino, si ricordi, il signor sindaco, quanti dei suoi concittadini ed elettori hanno la pagnotta sul tavolo solo grazie al nostro Cantone».
Lorenzo Quadri vorrebbe bloccare i ristorni che la Svizzera trasferisce ai Comuni italiani di residenza dei frontalieri. Una questione che il 28 maggio prossimo sarà discussa anche dal Gran Consiglio. Oggi intanto, a Bellinzona è in programma un incontro tra gli amministratori di Regione Lombardia e il governo ticinese. Il botta e risposta al vetriolo tra Landriscina, Quadri e Gobbi potrebbe non passare sotto silenzio.