Pensioni stabili, donne più povere
Cresce l’illegalità contributiva delle aziende, ma si registra anche qualche segnale di ripresa Sono oltre trecentocinquantamila gli assegni in carico all’Istituto. Su gli autonomi
Il totale delle pensioni Inps resta stabile, benché aumentino quelle per il lavoro autonomo. L’assegno percepito dalle donne si conferma più povero di quello degli uomini, mentre cresce l’illegalità contributiva delle aziende.
Il totale delle pensioni resta stabile ma diminuiscono quelle dei dipendenti e crescono quelle degli autonomi. Ape sociale o volontaria e precoci, provvedimenti che avrebbero dovuto attutire l’impatto dell’ultima riforma pensionistica introducendo un minimo di flessibilità, si confermano di scarso appeal. Le donne, che spesso hanno vite lavorative più frammentate, ricevono importi pensionistici di gran lungo inferiori. L’illegalità contributiva delle aziende è in crescita ma, allo stesso tempo, si registra anche qualche segno positivo di ripresa economica.
A osservarlo è il rendiconto di attività Inps 2017 presentato ieri nella sede del dipartimento di Economia della Statale dal direttore di Brescia dell’ente Mauro Saviano. Il totale delle pensioni in carico all’Inps di Brescia sono 352.272, un dato in lieve calo rispetto all’anno precedente È però il confronto con il decennio trascorso che delinea una situazione più in movimento. Dal 2004 a oggi le pensioni dei lavoratori dipendenti sono infatti scese da 190 mila circa a 171 mila, quelle degli autonomi sono invece cresciute da 90 a 108 mila. Pensioni ed assegni sociali sono costanti nel tempo (circa 10 mila) mentre (ma non rispetto allo scorso anno) gli invalidi civili crescono da 34 a oltre 45 mila. Nello stesso arco di tempo il totale delle pensioni erogate passa da 328 a oltre 352 mila. Di queste pensioni il 55% spetta a donne e il 45% a uomini. L’importo medio è però pesantemente a vantaggio dei maschietti. Le donne, nell’85% dei casi, hanno importi inferiori ai mille euro. Tra gli uomini tale percentuale è inferiore al 40%. Tra le donne meno del 5% prende più di 1.500 euro mensili, tra gli uomini oltre il 36%.
A Brescia (come altrove) i provvedimenti sull’anticipo pensionistico si caratterizzano per poche domande e tanti respingimenti: Ape sociale 333 accolte e 320 respinte; volontaria 132 e 33; precoci 623 domande accolte e 814 respinte. Dall’attività ispettiva mirata (dopo segnalazioni o palesi anomalie) sono stati scoperti 238 lavoratori in nero e 2.180 irregolari. «I dati produttivi – si legge nel rapporto – confermano il rilevante incremento dell’efficacia dell’azione di vigilanza». «I risultati dell’attività di vigilanza – si legge nel rapporto -, in termini di importi accertati per contributi evasi e di maggiore incidenza del lavoro irregolare su quello sommerso», confermano la maggiore propensione (in periodi di crisi economica) «delle imprese e dei lavoratori autonomi ad «autofinanziarsi», ponendo in essere comportamenti finalizzati all’evasione o elusione contributiva». Calo delle ore di cassa integrazione, della Naspi, l’aumento dello scarto tra iscrizioni e cessazioni di aziende, il calo dei fallimenti sono tutti elementi che portano infine a dire che i momenti più cupi della crisi economica sono finiti.
«I dati – osserva il rapporto – dimostrano una indubbia ripresa economica dopo gli anni della crisi. Dal 2014 i fallimenti sono calati del 40%, dato sostanzialmente in linea con quello nazionale».