Pasini non cambia obiettivi: innovazione, crescita e lavoro
«Più che dimezzati gli investimenti in infrastrutture». Superate le frizioni interne
Impresa, innovazione, crescita e lavoro. Con queste priorità ha iniziato un anno fa Giuseppe Pasini e con queste vuole continuare a guidare l’Aib fino al termine del mandato. L’occasione per fare un bilancio di questo viaggio è arrivata ieri con l’assemblea per i soli soci di Aib.
Impresa, innovazione, crescita e lavoro. Con queste priorità, tutte legate da un unico filo conduttore, ha iniziato un anno fa Giuseppe Pasini e con queste vuole continuare a guidare l’Aib fino al termine del mandato.
L’occasione per fare un bilancio di questo viaggio è arrivata ieri con l’assemblea per i soli soci di Aib. «Abbiamo spostato a settembre la parte pubblica per avere, come nostra tradizione, un rappresentante del Governo» ha subito precisato Pasini. E mentre si riuscirà a sopravvivere al posticipo, a preoccupare il numero uno di Aib sono alcune dichiarazioni al centro della complessa situazione politica. «Con l’euro vuol dire essere nell’Ue, fondamentale per le nostre imprese il cui 70/80% della produzione viene venduto in Europa». Due: «Gli investimenti in infrastrutture si sono negli anni più che dimezzati e si torna a parlare di No Tav dimenticando i 2 miliardi da restituire e che per l’Europa non cambia nulla far passare l’alta velocità oltre le Alpi». Tre: «Chiudere l’Ilva? Si perderebbe il 50% dell’acciaio italiano con rischi non calcolabili per gli oltre 22 mila dipendenti e per l’intera filiera collegata a quella produzione».
E da ieri notte ci sono anche i dazi di Trump su acciaio e alluminio. Per restare nel bresciano, «non fare l’autostrada della Valtrompia vuol dire perdere qualche impresa di quella valle». Quello che si dovrebbe evitare è di «gettare via anche le cose buone fatte dagli ultimi governi come Impresa 4.0 che ha rimesso in moto gli investimenti o la riforma del mercato del lavoro. Se occorre si facciano ritocchi».
Sul versante locale Pasini non nega l’aiuto di un’economia locale che non ha creato «particolari crisi aziendali e ridotto quindi le tensioni sociali» così come ritiene «superate» le frizioni con una parte di associati. Il grande passo in avanti è «aver avuto la prova di una grande maturità di tutti i sindacati con i quali si è aperto un nuovo capitolo di relazioni industriali». Rimane la «preoccupazione per il futuro di tanti giova- ni se non si inizierà a capire che impresa, innovazione, crescita e giovani sono da pensare come un tutt’uno». A questo è servita la tavola rotonda: «Lavoro: le dinamiche del cambiamento».
Illustrato poi il bilancio Aib che chiuso con un +14% di soci negli ultimi 5 anni; ricavi a 9,5 milioni (8,9 del 2016), un utile a 572 mila euro (830 mila) e con accantonamenti per 1,4 milioni (500 mila). Ridotti i costi trasformati tutti in investimenti così come «solido» rimane il patrimonio netto di 33 milioni «importante per continuare a lavorare pensando al futuro».
Il bilancio Negli ultimi 5 anni i soci sono cresciuti del 14% mentre il patrimonio arriva a 33 milioni