Torbole, il Tar dice no al ricorso dell’assessore
I giudici del Tar di Brescia hanno respinto il ricorso presentato dall’ex assessore alla sicurezza del Comune di Torbole, Tranquillo Macobatti, cui erano state revocate le deleghe dal sindaco leghista Roberta Sisti. Per i magistrati «la nomina e la revoca degli assessori dipende esclusivamente dall’esistenza di un rapporto fiduciario con il sindaco». È quindi facoltà del primo cittadino.
Non avrà diritto a nessun risarcimento. Anzi, sarà lui a dover sborsare 2.500, più oneri di legge, per ripagare le spese processuali di difesa tecnica. Tranquillo Macobatti, ex assessore a Torbole Casaglia, perde la sua battaglia legale al Tar. Con una sentenza il tribunale amministrativo di Brescia ha respinto il ricorso presentato contro la decisione del sindaco leghista Roberta Sisti di revocare le deleghe alle Attività Produttive, Commercio e Sicurezza in capo a Macobatti. Incarichi che in marzo Sisti ha rimesso nelle sue mani e in quelle del consigliere comunale Giuseppe Ferrari, oggi titolare in giunta di Sicurezza e Protezione civile. La mossa, secondo Macobatti, fino a poco tempo fa esponente di Fratelli d’Italia, avrebbe rotto il patto elettorale tra Lega e FdI. La vicenda ha intaccato anche i rapporti tra l’ex assessore esterno e il suo partito, dal quale dice di non essere stato difeso. Una rottura definitiva che ha portato Macobatti a rassegnare le dimissioni. Per i magistrati del Tar «la nomina e la revoca degli assessori dipende esclusivamente dall’esistenza di un rapporto fiduciario con il sindaco, divenuto, dopo la riforma elettorale che ha riguardato gli enti locali, soggetto titolare di una sorta di primazia nell’ambito dell’ente che rappresenta» spiega il dispositivo firmato dal presidente della prima sezione Roberto Politi (nella foto). Più semplicemente, la revoca dall’incarico, avvenuta dopo un anno e otto mesi di attività amministrativa, è facoltà del primo cittadino. Per giustificare questo decreto basta il venir meno del rapporto di fiducia. Uno strumento finalizzato al mantenimento di un corretto rapporto di collaborazione con il consiglio comunale, l’unico organo a potersi opporre alla scelta. «Si è presentata la necessità di procedere con un parziale avvicendamento nella composizione della giunta, per favorire un opportuno ricambio delle persone chiamate a collaborare con questa amministrazione per perseguire in modo più efficace gli obiettivi politici e programmatici». Sono le parole di Sisti riportate nella sentenza che riprende anche le dichiarazioni rilasciate dal sindaco per chiarire le motivazioni che hanno portato alla nomina di Ferrari. «Abbiamo voluto valorizzare ulteriormente l’apporto dei consiglieri comunali eletti», spiega. La schermaglia politica si chiude qui: respinta la richiesta di risarcimento danni e ricorso infondato.