Corriere della Sera (Brescia)

Bonetti: il sogno non è finito qui

Patron Bonetti dopo l’eliminazio­ne del basket Brescia: «Sogno svanito lunedì sera»

- Bertelli

Matteo Bonetti, patron del Basket Brescia Germani, nello scudetto ci aveva creduto. Ma la delusione è durata solo un attimo, Bonetti sta già pensando alla prossima stagione e alle prossime vittorie. A cominciare dalla Supercoppa.

È stato come il primo giorno a casa dopo una lunga vacanza. Torni alla tua quotidiani­tà senza quel pensiero stupendo, un diversivo diventato per tanti una ragione di vita, chiamato pallacanes­tro. Nello specifico, Germani Basket Brescia. Più di una squadra. È stata la faccia più accattivan­te dello sport bresciano, il simbolo che chiunque quest’anno, persino chi la palla a spicchi non l’ha mai toccata nella sua vita, ha condiviso sui social network per sentirsi partecipe di un brand cittadino vincente e di moda. Le ragioni della stagione sensaziona­le della Germani, chiusasi mercoledì in semifinale, sono state spiegate più volte. Tocca al patron Matteo Bonetti, il primo a credere nel 2009 a un’utopia diventata realtà, raccontare le emozioni di un anno vissuto intensamen­te.

Dica la verità, lei allo scudetto ci aveva creduto davvero«Si

capiva (sorride) dalla mia faccia dopo la vittoria a Milano? Ci credevo molto, non lo nego. Romeo Sacchetti, papà di Brian e ct della nazionale, in questi giorni mi ha ripetuto che bisognava cogliere l’attimo e certi treni andavano presi. Quando nella terza sfida abbiamo dominato tatticamen­te ci siamo trovati avanti di 4 punti a 4 minuti dalla fine…beh, ho pensato che quel treno lo stessimo prendendo».

La chiave di volta è stata quindi la sconfitta di lunedì?

«Sì, il grande rimpianto è quello: potevamo andare sul 2-1 e sarebbe cambiato tutto. Mercoledì è andata come pensavo. Abbiamo rincorso sin dal via e, ogni volta che siamo tornati a un possesso di distanza, Milano ci ha castigato con Kuzminskas così come lunedì era stato con Goudelock. Del resto, un loro giocatore costa più di tutta la nostra squadra, trasferte incluse».

Siete andati oltre ai vostri limiti?

«Abbiamo fatto qualcosa di molto più grande rispetto a quanto pensavamo. Il nostro è il dodicesimo budget della Serie A, abbiamo alzato di molto l’asticella. È stata una stagione ricca di tanti piccoli capolavori, abbiamo davvero riscritto la storia. Ci vorranno 200 anni per battere il record delle 9 partite consecutiv­e vinte all’inizio, penso alle vittorie epocali a Bologna, Avellino e Milano. Riprenderc­i dallo shock della finale persa in Coppa Italia è stata forse l’impresa più grande».

Queste lacrime hanno un sapore diverso?

«Non volevamo separarci, piangevamo per il distacco. Ma siamo già ripartiti: abbiamo dato alla città un modello e un vanto, il progetto piace e adesso sono le aziende a venire a bussare alla nostra porta. Solo così possiamo migliorare la nostra qualità».

Da chi si riparte?

«Dallo staff tecnico in primis, ha condotto una stagione senza scivoloni. Abbiamo quattro giocatori già sotto

 Possiamo ripartire dalla Supercoppa che giochiamo in casa

 È stata una stagione ricca di tanti capolavori, abbiamo riscritto la storia

 Ci vorranno 200 anni per battere il record delle 9 vittorie consecutiv­e

contratto: Luca Vitali, Moss, Landry e Sacchetti. Anzi, cinque. Per Michele Vitali c’è l’opzione per il rinnovo e sono convinto che rimarrà. Qui si è consacrato, è un idolo indiscusso, il nostro sistema di gioco è perfetto per lui. Poi dove lo trova uno che gli passa la palla come suo fratello?».

E gli altri?

«Dovremo riflettere su Ortner, Moore e Cotton. Andremo sul mercato per due lunghi: Hunt purtroppo è entrato in un tunnel dopo la finale di Coppa Italia e non ci è più uscito, se non in gara 1 a Milano. Tra le due guardie americane ne rimarrà solo una. Bryce (Cotton) costa molto, ma lui vorrebbe restare».

Pascolo, Abass e Cusin. Tre italiani di prima fascia che a Milano giocano poco. Sono loro i primi obiettivi?

«Sono giocatori di Milano, innanzitut­to. Penso vogliano avere più spazio nell’anno dei Mondiali, ma le rivali sono numerose. Magari l’Olimpia non vuole cederli a una diretta rivale e noi possiamo trarne vantaggio (nell’ordine: Cusin è il più vicino ed è seguito anche Mazzola di Torino, Abass piace molto, Pascolo è un sogno, ndr). Ma credo che, dopo averli battuti due volte in stagione, inizino a temerci...».

La priorità è sotto canestro?

«Non solo. Giocheremo l’Eurocup e adotteremo il 6+6, sei italiani e sei stranieri. Andare a pescare nel mercato degli italiani è molto difficolto­so e abbiamo già tre nazionali. All’estero sapremo ancora pescare bene, questo inverno il nostro ds Marco Abbiati è andato in missione. E Sandro Santoro pesca sempre il coniglio dal cilindro, io intervengo solo in ultima istanza».

Andrea Diana andrà in nazionale?

«È nel giro degli allenatori sotto osservazio­ne, lo ha detto Petrucci. Potrebbe iniziare dall’anno prossimo allenando una nazionale giovanile, ma resta il nostro allenatore sino al 2020».

Ritorneran­no questi giorni?

«Ritornerem­o. È il momento di iniziare a vincere e la Supercoppa del 29-30 settembre in casa può essere l’occasione giusta».

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 ?? (LaPresse) ?? Al PalaGeorge Patron Bonetti segue tesissimo la gara 4 contro Milano Emporio Armani. Sopra Luca Vitali a fine partita
(LaPresse) Al PalaGeorge Patron Bonetti segue tesissimo la gara 4 contro Milano Emporio Armani. Sopra Luca Vitali a fine partita
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