Il punk-rock anti Trump dei ragazzi di Providence
Al via domani la stagione del Molloy Calling sul palco della Latteria Molloy (via Marziale Ducos 2/B, Brescia, inizio concerti ore 22, ingresso gratuito). Dopo il successo dell’anno scorso che ha richiamato in terra bresciana artisti come Dandy Warhols, Peter Murphy, Battles, Cat Power, Tortoise, la Latteria apre i battenti ad una nuova stagione con appuntamenti infrasettimanali ad ingresso gratuito. La rassegna musicale di stampo internazionale prende avvio con le note dei Downtown Boys, gruppo punk-rock originari di Providence. Definiti da Rolling Stones Usa come America’s most exciting punk band, i Downtown Boys hanno distillato tre album dagli anni degli esordi. Loro preferiscono definirsi un «dance punk party bilingue e politico», qualora le aspettative non fossero sufficientemente alte. Feroci e animati da un’attitudine verso un punk impegnato, per quanto disilluso, la band di Providence si schiera sul palco con una formazione di cinque membri fra cui due donne. Testi politicamente impegnanti o in esplicita chiave anti Trump (A Wall) esaltano appieno tutta la verve dei Downtown Boys che scelgono di cantare in inglese e spagnolo contro fascismo, razzismo e omofobia. A ciò si accostano i suoni che si rivelano sin da subito abbastanza lontani dai conosciuti andamenti punk, ma che strizzano l’occhio al mondo black. A dimostrarlo è la presenza degli ottoni a creare un contrasto scorbutico con gli arpeggi di basso e chitarra.
Dopo un esordio in pieno spirito Diy, i Downtown Boys sono approdati fra le mani del produttore Guy Picciotto (uno dei membri dei Fugazi) per l’uscita nel 2017 del primo album ufficiale dal titolo, emblematico, Cost of Living. Speranza e rabbia intrecciate per un concerto punk al di fuori degli schemi.