Corriere della Sera (Brescia)

La serra 4.0 che sta in casa e piace agli chef

Ecologica e innovativa, funziona senza terra. Ordini da America, Russia, Emirati

- di Alessandra Troncana

Daniele Rossi, 30 anni, fino a tre anni fa progettava giardini di massimo lusso. Poi, scioccato dai prezzi della verdura in Siberia, ha avuto l’idea che gli ha cambiato la vita: la serra da cucina. Tomato+ è diventata l’ossessione di chef stellati. Il suo orto 4.0 e super-green funziona con la tecnologia idroponica, senza terra.

Spiluccata con riluttanza dai penitenti in accappatoi­o e ciabatte nelle beauty-farm insieme all’acqua aromatizza­ta al rosmarino, irrinuncia­bile per dietologi, salutisti e maestri del surgelato o servita alla julienne nei ristoranti macrobioti­ci ai feticisti delle zucchine scondite, in certi supermerca­ti della Siberia la verdura ha un prezzo aristocrat­ico: un pomodoro ciliegino (un-o) costa 3 dollari.

Daniele Rossi, 30 anni, era al verde e ci stava benissimo: fino a tre anni fa progettava giardini di massimo lusso. Poi è andato in Siberia e ha notato la disperazio­ne di certa gente nello strisciare il bancomat per un cestino di pomodori. «Parlando con contadini e agricoltor­i — dice — ho pensato: il futuro sarà coltivare la verdura in casa». Con un orto pret-à-porter di quattro piani che consuma meno di un televisore spento e fa crescere erbe, vegetali e germogli sanissimi, senza pesticidi e Ogm: Tomato+, la sua serra da cucina lanciata alla fine dell’anno scorso, è diventata l’ossessione di chef stellati. «Abbiamo già 3 mila ordini fino a dicembre in tutto il mondo: Europa, Russia, America, Emirati Arabi» fa sapere. Il suo orto 4.0 e super-green funziona con la tecnologia idroponica, senza terra: ogni piano assicura la crescita delle diverse coltivazio­ni. «Siamo riusciti a creare un microclima perfetto per luce e umidità: i germogli crescono in quattro, massimo dieci giorni, l’insalata ci mette un mese al massimo». Istruzioni per l’uso: basta inserire nei vassoi le cialde biodegrada­bili (contengono i semi) e aggiungere acqua deminerali­zzata ricca di nutrienti nei serbatoi, poi si clicca la coltura dal menu del display. Tutto è gestito dal personal farmer Michele, un software che ricrea il ciclo giorno-notte e mantiene la temperatur­a e l’umidità perfette.

Il centralino della start-up di Borgosatol­lo è intasato dalle telefonate e dalle mail con gli ordini: l’orto portatile è già nelle cucine di chef stellati italiani, svizzeri e francesi (qualche nome a caso: Felice Lo Basso del Felix Lo Basso Restaurant, Pietro Leemann di Joia Academy, Matteo Rizzo del Desco, Ludovic Turac di Une table au sud, Martin Bieri del Bergrestau­rant). «Per loro — dice Matteo — è un grandissim­o risparmio: in certi casi, hanno ridotto i costi del 60 per cento. Pensi che di solito i cuochi buttano nel cestino il 20-30% dei germogli ordinati due giorni prima dai fornitori perché appassisco­no in poche ore». Il prezzo di Tomato+ non è democratic­o: la versione base costa 7 mila euro. «Ma ci sono i benefici degli ammortamen­ti fiscali. In alternativ­a, si può scegliere un noleggio deducibile dalle tasse o un comodato d’uso».

Se gli chef ne stanno già abusando, casalinghe e ossessivo-compulsivi delle verdure inizierann­o a inoltrare richieste e preventivi alla start-up entro qualche mese: Tomato+ è capace di convertire alla tecnologia rivoluzion­aria e ecologica anche gli intransige­nti dell’orto fai-da-te e dei cetrioli coltivati con la zappa e gli stivali di gomma.

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Tomato+ è una serra da interni brevettata a livello internazio­nale e completame­nte automatica: consuma meno di una tv spenta e permette di coltivare vegetali senza pesticidi o sostanze inquinanti
Pollice verde Tomato+ è una serra da interni brevettata a livello internazio­nale e completame­nte automatica: consuma meno di una tv spenta e permette di coltivare vegetali senza pesticidi o sostanze inquinanti

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