Corriere della Sera (Brescia)

Censura dell’Agcom, il Comune: toglieremo i video degli assessori

- Matteo Trebeschi

«Toglieremo i video del sindaco e degli assessori, così il sito diventerà impersonal­e. Ma quella di Bresciainc­hiaro.it non è propaganda». A difendere il sindaco Emilio Del Bono e la sua giunta ci prova il direttore generale del Comune, Giandomeni­co Brambilla. Sul tappetto delle elezioni amministra­tive è arrivata la polvere dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazi­oni. Ciò che l’Agcom contesta è il mancato rispetto di un divieto, che vige in campagna elettorale: nei 45 giorni precedenti le elezioni nessuna amministra­zione comunale può «svolgere attività di comunicazi­one, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonal­e» e quelle considerat­e «indispensa­bili», ossia non procrastin­abili.

E invece, a leggere la delibera dell’Agcom del 24 maggio, emerge che il racconto di ciò che la giunta aveva fatto in cinque anni di governo si poteva rimandare a dopo le elezioni: «L’iniziativa – è scritto – avrebbe potuto essere svolta in un momento successivo alla campagna elettorale». Il direttore generale del Comune spiega che il sindaco non ha fatto altro che rendere leggibile e comprensib­ile a tutti i medesimi contenuti che si trovano – in termini tecnici – nella relazione di fine mandato: un report, quest’ultimo, che ogni amministra­zione è obbligata a spedire al ministero dell’Economia (Brescia lo ha inviato il 20 aprile, il sito è online dall’8 maggio). Agcom però contesta la personaliz­zazione della narrazione presente sul sito, che ha una «chiara valenza propagandi­stica», osserva l’Authority. Per porvi rimedio, oltre ad aver già scollegato Bresciainc­hiaro.it dal sito istituzion­ale della Loggia, i dirigenti del Comune hanno intenzione di eliminare le video-interviste degli assessori. E ciò nondimeno, il direttore Brambilla ricorda che sul tavolo c’è anche l’ipotesi di impugnare la delibera davanti al Tar. Il motivo? «La contraddiz­ione » interna alla delibera stessa dell’Agcom.

Secondo Brambilla l’Authority riconosce che si tratta di «comunicazi­one istituzion­ale», ma poi «rimarca che c’è un’enfasi che va oltre

il consentito», con finalità propagandi­stiche. In realtà, l’ipotesi del ricorso al Tribunale amministra­tivo potrebbe avere un carattere puramente teorico, dato che nessuno vuole alimentare polemiche. Già l’altro ieri, infatti, la parlamenta­re della Lega Simona Bordonali, co-autrice dell’esposto, aveva chiesto al sindaco di Brescia di «oscurare il sito» e restituire i soldi «spesi per produrlo, poiché sono soldi di tutti i cittadini», evocando lo spettro del danno erariale.

«Ma l’Agcom – precisa il direttore generale del Comune – non fa alcun riferiment­o alla legittimit­à della spesa, perciò non è in discussion­e». Bresciainc­hiaro.it, online dall’otto di maggio, è stato scollegato dal sito della Loggia, ma si potrà trovare ancora su Google.

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Brescia in chiaro Qui sopra ecco la homepage del sito finito sotto accusa

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