AMMINISTRAZIONE E INTERMEDIAZIONE
La campagna elettorale per la conquista della Loggia si è svolta, fino ad ora, con misura civile. Ma non occorre attendere l’onda d’urto delle vicende nazionali per cogliere segnali di contrasti e radicalità che covano sotto la cenere e che rischiano di arrivare in superficie. Sono le passioni calde che vanno incanalate e non lasciate esplodere. Far prevalere in queste settimane segnali di maturità e di consapevolezza, aldilà del merito, indipendentemente dal risultato, guadagnerebbe per Brescia un orizzonte di rispetto e di coesione che sono la precondizione per dare alla città una buona amministrazione. A cominciare dalla tolleranza e dalla convivenza con il fenomeno immigratorio. Basterebbe una scintilla per provocare l’incendio degli animi. È una materia che Brescia sta maneggiando con cura, speriamo non ceda alla tentazioni più epidermiche. Anche per questo dai concorrenti più accreditati alla guida della Loggia, occorrerà rendere pubblica qualche «idea forte», qualche «linea guida» sulla Brescia del futuro, sulla città multietnica, sulla città metropolitana, sulla Brescia universitaria dei campus e della ricerca. Consci, nella costruzione di una idea collettiva, che il contributo per coinvolgere l’intera città, è oggi il solo modo per dare qualche risposta alla crisi della democrazia che è, in sostanza, la rottura epocale tra la politica e la società. Scomparse le mediazioni sociali e culturali, ormai consolidata la prassi di una democrazia diretta, accentuato l’individualismo divenuto narcisismo individuale per la narrazione di sé stessi come unico luogo al centro del mondo, lo spazio della amministrazione locale è il solo a poter divenire uno strumento di intermediazione sociale. Ed è per questo che sono necessarie intuizioni convincenti, idee che attirano ragione e sentimento dei bresciani, senza restare prigionieri del presente, interpretando e accompagnando il futuro, una visione comune di ciò che dovremmo, che dovremo, essere. La città e le competizioni civili, per quanto dure possano e in qualche caso debbono essere, sono oggi il nuovo «corpo intermedio» della democrazia. Nella qualità delle soluzioni a media e lunga scadenza sulle prospettive dello sviluppo, del benessere non solo economico, della sicurezza, della cultura come qualità della vita, della crescita sociale che l’amministrazione locale diventa responsabile della più alta e convincente sfida della politica e della democrazia.