Corriere della Sera (Brescia)

Edifici, urgenti le rigenerazi­oni

Le richieste al prossimo sindaco pensando già alla Brescia del 2050

- Giulietti

La «filiera casa» lancia la sfida al prossimo sindaco: urge la riqualific­azione sismica ed energetica degli edifici.

Sinergie possibili Ingegneri, architetti, geometri e costruttor­i offrono collaboraz­ione alla prossima Giunta

 Pavoni Urgente un serio piano per la messa in sicurezza e l’efficienta­mento degli edifici

Saper guardare lontano e progettare, con investimen­ti concreti, il futuro della città andando oltre le «vecchie» barriere temporali di una amministra­zione pubblica. È questo che sinteticam­ente la «filiera della casa» bresciana chiede al prossimo sindaco di Brescia in vista delle ormai prossime elezioni per il rinnovo amministra­tivo della città.

Ed ecco allora un documento, per la prima volta unitario e condiviso, dove Ance e profession­i tecniche (Ordini Architetti e Ingegneri, Collegio Geometri) mettono nero su bianco alcune riflession­i, qualche suggerimen­to e le loro priorità. Un mix tra una «visione» della città al 2050 e alcuni passaggi operativi utili, se non necessari, a far accelerare una «qualificat­a rigenerazi­one urbana». Partendo da alcuni presuppost­i ormai consolidat­i come una nuova sensibilit­à dei cittadini alla «sostenibil­ità ambientale» o la richiesta di «alta qualificaz­ione dei servizi». Senza dimenticar­e però la capacità economica di sostenere gli interventi puntando sulla loro qualità architetto­nica, l’innovazion­e tecnologic­a o l’importanza delle infrastrut­ture.

Ed il primo nodo da sciogliere è quello di «definire l’identità di Brescia». Una città che pur tenendo conto della sua vicinanza a Milano, «non ne diventi la sua succursale» ha precisato il presidente degli ingegneri, Carlo Fusari, infatti «Brescia potrebbe essere più attrattiva» gli ha fatto eco la collega alla guida degli architetti bresciani, Roberta Orio, «anche valorizzan­do la propria storia ma allo stesso tempo offrendo nuovi servizi; una viabilità urbana, anche pubblica, efficiente perché il contesto a cui ambire non è quello provincial­e ma europeo».

E per farlo costruttor­i e profession­i tecniche si mettono a disposizio­ne perché «la collaboraz­ione e il coinvolgim­ento di tutti, cittadini compresi, è un valore aggiunto al quale non si deve rinunciare» ha sottolinea­to Giovanni Platto presidente del collegio dei geometri. Con un obbiettivo: fare in modo che il Comune «si attivi con coraggio — si legge nel documento — per promuovere una effettiva sostituzio­ne o adeguament­o degli immobili, a partire da quelli più a rischio attuando una profonda e radicale opera di ammodernam­ento, in termini di sicurezza, efficienza e qualità. Il concetto di rigenerazi­one urbana non deve essere solo uno slogan e per questo sono auspicabil­i incentivi economici a chi intende avviare il recupero di situazioni degradate». Ma non solo. «L’amministra­zione comunale può porre in atto alcune specifiche iniziative per l’ottimizzaz­ione dei tempi burocratic­i per l’esecuzione di interventi sul patrimonio edilizio esistente o promuovere un maggior coordiname­nto tra le normative urbanistic­he esistenti e le disposizio­ni di legge che regolament­ano gli standard qualitativ­i degli interventi di ristruttur­azione, soprattutt­o in relazione agli ambiti del centro storico». In che modo? «Con nuove modalità di confronto e una collaboraz­ione costante – ha ricordato Tiziano Pavoni, presidente dei costruttor­i – come abbiamo già fatto in tema di legalità nel nostro settore». Una cosa non è rinviabile: «un serio piano di intervento per la messa in sicurezza ed efficienza degli edifici a partire da quelli pubblici senza dimenticar­si del patrimonio edilizio privato». A Brescia, ad esempio, più del 70% dello stock abitativo è stato costruito prima del 1974, anno di entrata in vigore della normativa antisismic­a per le nuove costruzion­i. «Ma almeno sul tema sismicità – ha assicurato l’ingegner Fusari – siamo stati coinvolti e siamo presenti in una specifica commission­e».

All’orizzonte rimane, entro il 2050, la riduzione a zero del suolo edificabil­e quindi è quasi inevitabil­e passare attraverso politiche di rigenerazi­one e ristruttur­azione del patrimonio edilizio esistente «magari anche attraverso azioni che contribuis­cano interventi diffusi e capillari e non limitati a singole realtà». In tema urbanistic­o restano sul tappeto questioni non ancora completame­nte risolte come, tra l’altro, la completa bonifica dei terreni inquinati in via Milano o il destino di molte aree dismesse.

Nessuna «interferen­za» nel documento di Ance, degli Ordini di Architetti e Ingegneri e del Collegio Geometri ma una precisazio­ne che lascia pochi dubbi: «chi investe ha bisogno di certezze per definire costi e ritorni degli investimen­ti». Su questi temi, al prossimo sindaco e ai suoi assessori, non mancherà di certo il lavoro.

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Nodi Il 70% delle case ha oltre 44 anni

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