Tav per Verona: c’è la firma finale tra Rfi e Cepav 2
La controprova che la «ridiscussione» della Tav Brescia-Verona non è nel contratto di Governo è arrivata ieri con la firma tra Rfi e il consorzio di imprese Cepav Due per la realizzazione del primo lotto da 1,6 miliardi.
Doccia molto fredda per i detrattori della tav Brescia-Verona, compresi i deputati grillini che avevano preso la residenza politica in uno degli edifici da espropriare. Ieri Rete Ferroviaria Italiana (controllata al 100 % da Ferrovie dello Stato, controllata a sua volta dallo Stato) ha firmato il contratto con il Consorzio Cepav Due per la realizzazione del primo lotto costruttivo della tratta: 48 chilometri, per un valore di 1,645 miliardi (Il valore totale del tracciato è pari a 2,8 miliardi). Lo ha reso noto Saipem, socie con in tasca il 59% di quote del consorzio di costruttori, che effettuerà lavori per 970 milioni. Nel contratto di Governo tra Lega e 5 Stelle c’è l’impegno a ridiscutere il tracciato della tav Torino-Lione ma non ci sono riferimenti alla tratta lombardo-veneta. La controprova arriva proprio dalla firma di ieri. Ora pare davvero impossibile fermare l’opera, nonostante i due ricorsi alla giustizia amministrativa mossi dal comitato No Tav. Innanzi tutto per via delle costosissime penali che scatterebbero nei confronti dei committenti «infedeli». Una firma che dà ragione all’ad di Fs, Renato Mazzonicini, il quale recentemente ha confermato: «I lavori per la Tav Brescia-Verona partono in autunno». Difficile sostenere il contrario. L’unico che potrebbe farlo in tempi brevi, è il neoministro ai Trasporti, il grillino Danilo Toninelli.