Lilia, la badante con la passione per la scrittura e l’arte
Candidata nel Partito democratico alle elezioni amministrative del Comune di Brescia di domenica, del sindaco Del Bono dice: «Un buon gospodar, che nella nostra lingua è un brav’uomo, uno che sa cosa bisogna fare». Lei è Lilia Bicec, 53 anni, originaria di Viisoara, Glodeni, un piccolo paese della Repubblica di Moldova. È venuta in Italia anni fa, prima a Bologna poi a Brescia, inizialmente clandestina poi regolarizzata e ora anche con la cittadinanza italiana. Nel suo paese d’origine faceva la giornalista, qui ne ha fatti altri di mestieri, dalla colf al babysitting. «Non siamo scappati dalla guerra, ma dalla povertà». Dice che quella avvenuta in anni passati dall’est verso l’Italia e l’Occidente in genere è stata una vera e propria deportazione, un termine che richiama quella subita, insieme alla prigionia, dai genitori in Siberia. Quella povertà da cui è scappata l’ha raccontata, così come ha raccontato il dramma di una generazione di mamme che hanno lasciato i figli a casa per trovare un lavoro, un reddito e soldi per riuscire a sfamarli. Storie personali che diventano un racconto corale nel libro «Miei cari figli, vi scrivo», uscito per Einaudi nel 2013. Il lavoro di tante colf e badanti, il sacrifico di tante donne dell’Est, è servito anche a permettere a tante donne italiane di crescere socialmente, di non dover abbandonare un lavoro, di potersi gestire spazi di autonomia. È diventata nonna da pochi giorni, grazie a Cristina, la figlia di 26 anni. L’altro figlio, Stasi, è morto invece in un’incidente alle porte della città, su un’automobile guidata da un amico conosciuto poche settimane prima. Per Lilia l’integrazione è un processo che non ha mai fine, dura per sempre. Lei stessa quando scrive lo fa prima nella lingua madre e poi traduce in italiano. Crede che la cultura e l’arte siano il vero ponte del dialogo interculturale e questo è il sentire che vorrebbe portare in consiglio se domenica venisse eletta. A chiederle di candidarsi sono stati Giovanna Benini e Naima Daoudagh del Forum Immigrazione del Pd: «Ho accettato con entusiasmo, so che uso troppa enfasi ma questo sindaco è lo scultore che ha fatto vivere la città».