Ctb, un cartellone pieno di «cult» tra teatro e musica
Un umile lavoratore nella vigna del Signore: così Sebastiano Lo Monaco ha definito Gian Mario Bandera. Un ritratto dal drop perfetto. Il direttore del Ctb è uomo schivo e fattuale, che sceglie il profilo operaio (quelli di una volta), ma ha un’idea forte di teatro.
La nuova stagione del nostro Tric, presentata ieri sera al Sociale — questa è la terza del suo mandato — segna un deciso scarto rispetto alle precedenti: viene riconfermata la squadra nel segno della continuità (Branciaroli, Pozzi, Bucci, Sgrosso, Giagnoni , Micheletti, Cabra, Archetti), ma compaiono alcuni nomi nuovi, svettanti o solo desueti sul palcoscenico cittadino (Emma Dante, ohibò e finalmente, con La scortecata; Leo Muscato, Liliana Cavani, Lucia Calamaro, Sergio Pierattini, Stefano Massini…), viene eroso sempre di più il fortino della del repertorio classico a vantaggio della drammaturgia contemporanea, con allestimenti che parleranno delle tematiche calde della contemporaneità. In breve, la nuova stagione teatrale si annuncia come una delle più interessanti e ruti-
lanti. Bandera tiene la barra a dritta e si diverte a orzare, apre alla danza e alla musica (Paolo Fresu dal vivo in Chet! )
Il cartellone, sempre più ricco, è composto da ben 39 titoli («Ospitalità», «Altri Percorsi», fuori abbonamento, le sezioni «La palestra del teatro» e «Brescia contemporanea»), ben 11 le nuove produzioni del Ctb.
Cominciamo proprio da queste. La stagione verrà aperta il 23 ottobre dalla rilettura angolata de L’anima buona di Sezuan di Brecht da parte di Bucci e Sgrosso. Novità assoluta è la Sindrome italiana scritta da Lucia Calamaro per il trio MandracchiaToffolatti-Torres, una riflessione sul rapporto spesso controverso fra donne migranti (badanti e colf) e famiglie italiane. E ancora, Lettere a Nour, testo di Rachid Benzine, nome di punta dell’Islam francofono, che parla di Isis, con Franco Branciaroli e Marina Occhionero; Guerra santa, il nuovo lavoro di Fabrizio Sinisi, drammaturgo residente, che affronta il tema del terrorismo di seconda generazione; Avevo un pallone rosso di Angela Demattè che racconta la storia di Mara Cagol, una delle fondatrici delle Brigate Rosse; La banalità del male della Arendt riscritta e interpretata da Paola Bigatto; Apologia di Alexi Kaye Campbell promosso dalla lettura di Teatro Aperto al Sancarlino con Elisabetta Pozzi; La Tempesta con le coreografie di Giuseppe Spota e le musiche di Giuliano Sangiorgi (Negramaro); il Jekyll di Luca Micheletti; La Storia della Morante rielaborata da Archetti e Cabra; la Giagnoni con Il Verbo degli uccelli, da un poema mistico sufi.
E non siamo manco alla metà del guado. Vedremo Ficarra e Picone ne Le rane di Aristofane, Ottavia Picolo in Occident express di Massini, Geppy Gleijeses e Vanessa Gravina ne Il piacere dell’onestà, Lella Costa nella Traviata di Gabriele Vacis, Massimo Dapporto in Un momento difficile di Furio Bordon, Arianna Scommegna in Night bar di Pinter.
Il resto e tutte le informazioni su biglietti e abbonamenti si trovano sul sito ufficiale del Centro Teatrale Bresciano (centroteatralebresciano.it).