Beretta, calo negli Usa Utile dimezzato: 30 milioni
Il calo della domanda del mercato americano (vale il 50 per cento del fatturato) della Beretta Holding fa scendere l’utile: 30 milioni di euro, contro i 59,6 milioni del 2016. Per contro aumenta la richiesta dai Paesi europei.
La crisi del mercato americano, che sul bilancio pesa circa il 50%, si è fatta sentire sui conti della Beretta Holding che chiude il 2017 con un fatturato consolidato in leggera flessione (-1,6%) a 668,6 milioni contro i 679,4 del 2016. Non per questo si riduce la vocazione internazionale del gruppo di Gardone Valtrompia che continua a realizzare all’estero il 93% delle vendite che per l’85%, come l’anno precedente, hanno riguardato l’ambito civile e sportivo mentre il restante 15% è andato nel settore difesa e ordine pubblico.
«Il sensibile calo della domanda del mercato degli Stati Uniti – si legge nella nota diffusa dal gruppo – è stato almeno parzialmente bilanciato dall’ulteriore crescita dell’Europa e dall’aumento del peso delle altre aree di sbocco». I prodotti non firearms si confermano a circa il 30% del giro d’affari totale con la divisione ottiche che sfiora i 100 milioni mentre l’abbigliamento e gli accessori superano i 40 milioni (+14%).
A farsi sentire sui numeri dell’esercizio archiviato è stato anche il progressivo indebolimento dell’euro nei confronti della moneta americana e le difficoltà registrate nell’avvio del nuovo stabilimento in Tennessee. Concause che hanno fatto scendere l’Ebitda a 84,4 milioni di euro (il 13% del fatturato consolidato) rispetto ai 117 milioni del 2016 mentre l’utile netto, «su cui grava una maggiore incidenza delle imposte», è stato pari a 30 milioni di euro, contro i 59,6 dell’esercizio precedente. Scendono anche i nuovi investimenti che passano, nel totale della Holding presieduta da Pietro Gussalli Beretta, da 35,9 a 27,7 milioni, «ma con una crescita dell’ammontare dedicato a nuovi impianti e macchinari, con particolare riferimento all’automazione e alla trasformazione digitale dei processi». Stabile la spesa destinata a ricerca e sviluppo che, «totalmente addebitata al conto economico dell’esercizio», è stata pari a circa 17 milioni di euro (2,5% del fatturato), sostanzialmente in linea con il 2016.
La posizione finanziaria netta è positiva per 164,3 milioni di euro. Il personale «mediamente in forza» al Gruppo e dislocato negli stabilimenti sparsi per il mondo è stabile a circa 2.950 lavoratori. Per quanto riguarda le previsioni dell’esercizio in corso, «gli obiettivi di budget — si legge nel comunicato — prevedono un giro d’affari in crescita e redditività in miglioramento. L’economia dei principali mercati in cui il gruppo opera mostra un discreto stato di salute» ma a migliorare l’ottimismo è soprattutto «la domanda del mercato nordamericano che sembra stia riacquistando vigore».