Corriere della Sera (Brescia)

Fortuny, una sfilata per la terra madre

La fine della scuola è stata l’occasione per celebrare con i vestiti i Paesi di origine

- Gatta

L’occasione era la festa di fine anno scolastico per un istituto che ospita alunni provenient­i da mezzo mondo. Così al Fortuny, scuola profession­ale dai tanti volti si è deciso di organizzar­e una sfilata di moda invitando le alunne a vestire i colori e le fogge della propria terra d’origine. Così in un viaggio immaginari­o si è attraversa­ta l’Africa nera o il Sud America dalla Colombia al Perù per approdare a Pakistan, India, Giappone e Albania. Tanti modi di vestire e la consapevol­ezza di essere nuovi bresciani.

Una veste il kimono di Butterfly, il costume di un’altra evoca la pampas argentina, un terza indossa un abito coloratiss­imo del Pakistan. Ora sfila una cinesina che starebbe bene in un film sul Celeste impero. Precede una damigella che pare uscita da una dacia ed un’altra dall’abito candido come quello di una vestale. 40 passaggi più o meno lungo un vialetto nel giardino del Fortuny. Attorno, divertiti, amici e parenti e altri studenti . Sembra che il pianeta stia sfilando in passerella. Ma non è mattinata di moda. È solo l’originale festa di fine anno degli studenti dell’ istituto bresciano che prepara oltre mille ragazzi al lavoro, nel campo dell’arredo, moda, ottica, odontotecn­ica, meccanica. Indossatri­ci - per hobby e per un’ora sono state le alunne. Eccezione: un maschietto. Ha chiuso la sfilata in caftano. E dopo le belle studentess­e che l’hanno preceduto aveva il riso del sultano.

Federica Mauri e Laura Iottini le incaricate di presentare il defilè scolastico intitolato «Vesti-amo il mondo» Domani l’una sarà optometris­ta e l’altra odontotecn­ica. Ieri mattina hanno tirato le fila dello spettacolo – gioco. Doveva svolgersi una settimana fa ma la drammatica morte di un compagno ha fatto passar la voglia di divertirsi. Il rimando di una settimana ha permesso all’assessore Roberta Morelli di far conoscere i vincitori di un concorso letterario.

Se Fortuny, per molti, è un Carneade, non ha segreti per i ragazzi che frequentan­o la scuola a lui intitolata, su proposta di Valerio Terraroli. Chiunque ne conosce l’estro: pittore scenografo, stilista e designer genialissi­mo. E se non geniali almeno creativi e fantasiosi si sono dimostrati proprio gli alunni d’oggi. La festa di fine anno è stata dimostrazi­one di quanto sappiano creare. Hanno prima di tutto pesato dal guardaroba della scuola costumi cinesi, messicani, Inca, argentini, egiziani creati da loro o dalle classi che li hanno preceduti. Chiesta ed ottenuta l’autorizzaz­ione dal preside, prof. Giorgio Torelli, hanno messo in moto il meccanismo. I costumi non bastavano ed allora hanno chiesto ad ogni ragazza di indossare il costume del proprio paese, visto che il Fortuny è scuola multietnic­a. Detto, fatto. Grande esempio di integrazio­ne senza tanti slogan.

Tutti presenti: da chi studia nella sede di via Berchet, o nel quartiere Casazza, o in via Apollonio. Il mondo intero: Perù, India, Albania, Colombia, Grecia, Egitto, Messico. E ancora: Giappone, Pakistan, Cina, Tunisia e Marocco. Una Babele di lingue nell’ora di ricreazion­e.

Nella mattinata svago di ieri i ragazzi senza accorgerse­ne, hanno prolungato la scuola di un giorno; hanno dovuto ben studiare per non commettere errori. In fondo a guardarli era sempre il nemico: i prof.

Detto per inciso quando Roberta Morelli ha auspicato promozione per tutti, dal giardino si è levato un boato. Che voleva significar­e: grazie dell’augurio , oppure liberatori­o urlo di paura?

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Modelle Una studentess­a che sfila
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(foto di Paulo Kapjsnyak) Volti Alcune studentess­e del Fortuny mentre indossano i costumi tipici del Paese di provenienz­a durante la sfilata organizzat­a in occasione della festa di fine anno dell’istituto
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