Corriere della Sera (Brescia)

Shalom e diritto di cronaca

- Il Consiglio direttivo della Camera penale di Brescia

Il Consiglio direttivo della Camera Penale di Brescia, preso atto che mercoledì, nel corso del processo alla responsabi­le della comunità «Shalom» di Palazzolo, prima dell’esame dell’imputata, il presidente del collegio, senza formalità, avrebbe «invitato cortesemen­te la stampa ad uscire ... perché altrimenti» l’imputata «non avrebbe parlato», intende manifestar­e la propria preoccupaz­ione e ribadire la necessità del rispetto delle regole e dei diritti costituzio­nalmente garantiti e posti a tutela di un giusto processo coerente con la società democratic­a di cui è espression­e. ll diritto di manifestaz­ione del pensiero, di cronaca e l’uguaglianz­a di tutti i cittadini davanti alla legge sono garanzie fondamenta­li proprie di ogni Paese civile e non possono essere limitate se non nei casi previsti dalla legge. La pubblicità dell’udienza è un valore e un riconoscim­ento di democrazia, attraverso il controllo che ogni cittadino può svolgere sull’esercizio della giurisdizi­one, ed è dotato della massima tutela processual­e, al punto che l’art. 471 cod. proc. pen. stabilisce che l’udienza è pubblica a pena di nullità e che solo coloro che ne turbano il regolare svolgiment­o possono essere esclusi dall’aula, non certo i giornalist­i. Il Consiglio direttivo della Camera Penale di Brescia, condividen­do l’impegno di tutti gli aderenti all’Unione delle Camere Penali, da sempre in prima linea nel contrastar­e la deriva del «processo mediatico» lesivo della dignità delle persone deliberata­mente esposte alla pubblica gogna, con la stessa forza intende difendere il diritto libertà di pensiero e di cronaca da indebite compressio­ni.

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