Corriere della Sera (Brescia)

Pugno duro coi clandestin­i e più welfare ai bresciani

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«Ho deciso di candidarmi perché sono convinta che Brescia abbia un enorme potenziale inespresso e che sia necessario cambiare genere di atteggiame­nto, cambiare modo di fare politica». La forzista Paola Vilardi, avvocato di 54 anni già assessore all’Urbanistic­a e all’Ambiente nella giunta Paroli e ora candidata sindaco del centrodest­ra, imputa all’amministra­zione Del Bono di essersi occupata esclusivam­ente dell’ordinario: «Un sindaco deve avere più carattere e quando necessario il coraggio di andare oltre le proprie competenze e affrontare in prima persona i problemi quotidiani. Penso alla questione ambientale, all’insicurezz­a diffusa, alle scarse offerte per i giovani, all’insufficie­nte proposta culturale. Su molti temi Brescia non ha retto il confronto con altre realtà del Nord. Allora è necessario cambiare marcia per far tornare a ruggire la Leonessa d’Italia». Le proposte? Nell’ordine: «stop all’immigrazio­ne clandestin­a, chiusura delle moschee abusive, riapertura dei presidi di polizia locale, reddito di maternità da 150 euro al mese alle coppie bresciane che fanno un figlio, chiusura della centrale a carbone di via Lamarmora, stop ai rifiuti non lombardi, prima i bresciani nell’accesso ai servizi sociali». E ancora: «Rilancerem­o il Castello come brand della città, faremo cultura 365 giorni all’anno e in tutti i quartieri, non solo con eventi spot in centro». E infine l’ultimo accorato appello: «Io ci sto mettendo testa, cuore e tutta la determinaz­ione di cui dispongo. In questa campagna elettorale ho incontrato migliaia di cittadini riscontran­do un entusiasmo straripant­e per il nostro progetto. Ora manca solo il vostro voto. Ora serve tutta un’altra Brescia».

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